Appartate a SmART

All’interno di smART, nuovo spazio per l’arte contemporanea aperto al pubblico romano dallo scorso ottobre, inaugura Appartate, una doppia mostra strutturata secondo una formula espositiva oggi molto diffusa: quella di mettere in dialogo diretto una coppia di artisti appartenenti a due generazioni diverse. Il lavoro della giovane Michela de Mattei s’incontra così con quello di Aldo Grazzi, generando un sottile tessuto di relazioni tra due percorsi di ricerca tutt’altro che dissimili, legati anzi da intrinseche affinità. De Mattei, invitata dal giovane curatore Saverio Verini, presenta cinque serie di lavori accomunati dalla costante presenza di una materia corporea alla quale l’artista cerca faticosamente di imporre un ordine e una forma, i quali però, a causa della qualità effimera dei materiali e dell’inesorabile trascorrere del tempo, sembrano sempre pronti a infrangersi e a collassare. Questa forte tensione costruttiva è alla base di tutta la sua ricerca artistica nella quale la scultura viene identificata come un’attitudine comportamentale sempre attiva anche quando ci si confronta con mezzi diversi quali il disegno, il collage o il video.

In mostra troviamo una serie di lavori realizzati con tessiture di fico d’india essiccato, materiale che incarna la tensione tra corporeità e smaterializzazione tipica della ricerca dell’artista; tale materiale viene declinato sia attraverso il calco di forme essenziali come un vaso o una tela pittorica sia, combinato con un pigmento molto intenso e materico, all’interno di una serie di collage. Per Appartate realizza appositamente due nuove serie di lavori intitolate Restiamo in casa e Disertare. La prima si presenta al pubblico come una coppia di piccole costruzioni, quasi un cantiere edile in uno stadio primordiale, in cui una lastra di rame è sorretta da una griglia geometrica, regolarissima, fatta di tanto piccoli pezzetti di legno di rovere. La seconda serie è composta invece da collage i quali, realizzati attraverso la sovrapposizione irregolare di carta millimetrata trasparente e colorata, stanno a indicare «quasi un tentativo della carta millimetrata di rimettersi in forma».

Il lavoro di Grazzi, artista più maturo e forte di un percorso di ricerca ormai consolidato, mostra un’attitudine e un’attenzione a questioni che però sono profondamente affini a quelle affrontate da de Mattei. Tutti i suoi lavori qui esposti, realizzati nell’arco degli ultimi dieci anni di attività, sono infatti caratterizzati da un gusto per l’esecuzione paziente, da un amore tattile per la superficie, per la delicatezza, per l’equilibrio precario e da una inesausta tensione a indagare il rapporto tra geometria e informe, tra ordine e caos. Zanzi è una serie di lavori realizzati sottraendo da un reticolo metallico piccole porzioni di materia, generando così una serie infinita di motivi geometrici che tendono alla ricerca dell’ordine giocando su una logica binaria di presenza e assenza. Sempre a partire dal reticolo geometrico sono realizzate le due serie, Cosmo e Gemmazione, che costituiscono forse uno dei nodi centrali della mostra. L’artista realizza un telaio di fili di nylon e, nei punti d’incontro tra ordito e trama, colloca piccole palline di vetro veneziano e di fimo; terminata questa operazione smonta i fili dal telaio facendo sì che il lavoro, una volta installato alla parete tramite piccoli chiodi, assuma una conformazione dettata dalla gravità, dal caso e non quindi dalla sua precisa intenzione. Ecco allora che alla profonda volontà di dare una forma alla materia del reale che anima il lavoro di de Mattei, corrisponde in quello di Grazzi un moto speculare che dall’ordine geometrico conduce al caos, sempre però con la comune coscienza di quanto tale operazione sia effimera e in fondo sempre reversibile. A concludere la mostra, nel costante clima di intimità evocato sin dal titolo, Grazzi propone una serie di piccole sculturine in gesso e colla che imitano forme floreali fragili ed effimere, il cui gioco consiste nel trovare un equilibrio tanto precario da essere messo in pericolo persino dai semplici passi dei visitatori.

Fino al 25 luglio; smART, piazza Crati 6/7, Roma; info: www.smartroma.org