Impermanenze

Roma

Inaugura oggi, 28 aprile, la mostra di Carlo Rea dal titolo Impermanenze presso la Galerja di Roma. Curato da Bruno Corà, il percorso espositivo presenta un discreto repertorio di opere che indagano un linguaggio inedito e ricco di innovazione tra tradizione musicale e arte plastica. Il lavoro di Rea, soprattutto negli ultimi anni, appare rivolto alla rappresentazione della fluttuazione della materia intesa come spazio fisico e metafisico al tempo stesso, proponendo l’impermanenza costante delle cose che ci circondano e il concetto totale di instabilità. Nelle sue esperienze musicali, ma anche nel disegno, nella pittura e nella plastica istantaneità e continuità sono al centro della sua indagine, esprimendosi attraverso materiali come la garza, la ceramica o il gesso. Ne vengono fuori superfici monocromatiche a base di garze in cui la stratificazione di parti o la loro torsione produce orizzonti di continuità plastica, gessi e ceramiche che l’artista, oltre a disporre nello spazio, adopera come strumenti di sonorità. In mostra fino al 12 luglio nello spazio romano.