I linguaggi dell’arte

Roma

Sguardi: è questo il titolo del secondo appuntamento, inaugurato ieri, di To continue. Notes towards a Sculpture Cycle che segna un ulteriore passo avanti nel percorso di ricerca sui linguaggi nelle arti visive iniziato ormai ben quattro anni fa dalla Nomas foundation. Dopo un primo studio sulla performance (A Performance Cycle, 2010) e le successive indagini sui film (A Film Cycle, 2011), sulla pittura (A Painting Cycle, 2012) e sul teatro (A Theatre Cycle, 2013, in collaborazione con il Valle Occupato), quest’anno l’analisi della Nomas si concentra quindi sulla scultura, per raccontarla attraverso tre capitoli, ognuno dei quali dedicato a uno particolare aspetto: Materia, Sguardi e Scala.

Se Materia si ispirava alle lezioni di Rudolf Wittkower all’università di Cambridge, che affrontavano i processi di mutamento della pratica dell’arte modellata, Sguardi offre piuttosto lo spunto per una riflessione sul rapporto che intercorre tra occhio e oggetto capace di restituire il potere narrativo e l’inclinazione alla suggestione della scultura attraverso il tempo. Con opere di Michael Dean, Anna Franceschini, Ryan Gander, Hannah James, Heike Kabisch, Luigi Ontani, Erin Shirreff, Wolfang Tillmans, la mostra è curata da Cecilia Canziani e Ilaria Gianni, con la collaborazione di Michela Tornielli e Stefano Vittorini, e intende mettere in evidenza la stretta corrispondenza tra le condizioni della visione dell’opera e le possibili trasformazioni dell’oggetto in altro da sé. Allo stesso tempo indaga il modo in cui la fotografia e il video sono in grado di tramutarsi in scultura in rapporto al processo inverso per il quale la scultura può divenire essa stessa immagine, in una correlazione tra costruzione e restituzione dell’opera d’arte attraverso il filtro dello sguardo di chi la osserva.

L’intento è quindi quello di invitare a riflettere sull’importanza dello spazio che intercorre tra l’opera e lo spettatore. «A differenza della pittura, per esempio, la cui fruizione è senz’altro più statica  spiega infatti Canziani – la scultura muta in relazione al punto di osservazione di chi la avvicina. Cambia per natura nel momento stesso in cui offre la possibilità di cambiarne il punto di vista». Arricchita da un itinerario affidato all’artista Anna Franceschini, autrice del video in mostra Splendid is the light in the city of night, girato all’interno dell’Istituto italiano di cultura a Parigi, una visita allo studio di Luigi Ontani, una conferenza con i curatori Simone Menegoi e Francesco Stocchi e una conversazione tra Davide Servadei, Luisa Gardini e Luigi Ontani (realizzata in collaborazione con la Galleria nazionale d’arte moderna), l’esposizione precede l’ultimo capitolo, Scala, che chiuderà il ciclo a luglio.

Fino al 27 maggio
Nomas foundation, viale Somalia 33, Roma
Info: www.nomasfoundation.com

 

 

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