José Molina, la mostra

Ha inaugurato nella splendida sede della Real Academia de España la personale di José Molina, l’artista madrileño che da anni ormai vive sulle rive del lago di Como. A presentare la mostra, la curatrice Rosetta Gozzini, che ha ripercorso le quattro sale del percorso espositivo, rimarcando l’eterogenità della produzione artistica di Molina. In particolar modo si è soffermata a parlare della serie Animadonna, una collezione ancora non finita che, come spiega la curatrice «esprime perfettamente la necessità sorprendente dell’artista di esplorare il lato femminile, con una particolare sensibilità». Presente all’inaugurazione l’artista che ha ringraziato tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione dell’evento, tra cui la curatrice Rosetta Gozzini e il direttore della Real Academia José Antonio Bordallo. Presente all’inaugurazione anche Deodato Salafia, direttore della Deodato, galleria milanese che rappresenta José Molina. L’esposizione romana è una tappa importante nella carriera di Molina, il quale afferma di sentirsi onorato di poter presentare i suoi lavori nella capitale.

Si tratta di una completa retrospettiva dal 2004 a oggi che spiega bene la figura di quest’artista, illustrando tutte le sfaccettature del suo lavoro. L’elemento che salta subito all’occhio è difatti il cambiamento stilistico di Molina che, partendo dalla matita e dal bianco e nero, ha cominciato con gli anni a esplorare il colore e la tridimensionalità: «mi piace cambiare, muovermi e questo si riflette anche nel mio modo di lavorare, esplorando tutte le tecniche che ho a disposizione». Questa esigenza risulta evidente nelle sue tele che, perdendo la loro bidimensionalità, diventano un’arena per accogliere altri frammenti, objéts trouvés, cornici, che entrano a far parte della composizione finale. «Passeggiando spesso trovo legni, pezzi di cornici e recupero tutto – ci spiega l’artista – perchè per me è importante inglobare il possibile nei miei lavori». Anche la parola diventa strumento per ampliare le sue vedute, che l’artista utilizza accostando alle opere pensieri e frasi pensate da lui o prese da altri testi. Anche le cornici diventano, oltre che contenitori, parte fondamentale dell’opera di Molina: «Molte delle cornici – dice la Gozzini – sono realizzate da un artista siciliano, Pippo Basile, altre invece sono realizzate dallo stesso artista». Nella sala d’ingresso sono allestite le prime opere in bianco e nero dell’artista e, nel centro, sono stati collocati barattoli di vetro, la cui etichetta indica Zumo de artista (succo di artista). In alcuni sono raccolti i trucioli di matita temperata, conservati dall’artista per realizzare i suoi disegni a matita, in altri sono state lasciate a mollo nell’acqua dei mozziconi di matite colorate.