Miart 2014, parla De Bellis

Pronti per la seconda prova di Vincenzo De Bellis che dopo l’esperienza dello scorso anno si rimette alla guida del Miart, la fiera milanese d’arte moderna e contamporanea aperta dal 28 al 30 marzo. Tre giorni intensi divisi fra eventi, talk show, mostre e percorsi espositivi. Scorrendo l’elenco degli espositori salta all’occhio la grande partecipazione di gallerie internazionali affiancate dalle italiane. A entrambe è dedicata una sezione specifica della fiera, Emergent curata da Andrew Bonaccina, che riunisce solo spazi giovani con programmazione d’avanguardia. Il cuore dell’evento è la sezione THENow che sulla scia di Artefiera propone parallelismi fra artisti storicizzati e giovani leve, ecco allora l’omaggio a Carla Accardi affiancata da Nicolas Party e fra gli altri Mario Schifano con Cory Arcangel, Giuseppe Uncini con Matias Faldbakken e Jimmie Durham con Luca Francescon. Ma per capire meglio cosa aspettarci dalla fiera abbiamo intervistato il suo direttore.

Ci sono novità per questa edizione del Miart?

«Una delle più importanti caratteristiche di Miart 2014, in prosecuzione tematica a quanto fatto nella precedente edizione e di quanto si farà nella successiva, è l’approfondimento. Nella sezione Masters oltre 15 stand saranno monografici e permetteranno di approfondire ancora di più la conoscenza di alcuni tra i grandi maestri del secondo novecento. A questo si accompagna anche il lavoro di presentazione degli archivi storici che Miart sta realizzando dalla scorsa edizione. Diciotto sono invece gli artisti che compongono il puzzle di coppie intergenerazionali della ricercata sezione THENnow, centro nevralgico della fiera e suo fiore all’occhiello. L’attraversamento temporale è anche una delle caratteristiche principali dei 10 stand della sezione Object in cui si alternano icone e giovani leve del design italiano e internazionale. Nella sezione Emergent che sin dalla scorsa edizione è stata decretata come punto di riferimento internazionale per le giovanissime generazioni di galleristi e artisti, il pubblico può invece ancora una volta scoprire i maestri del futuro. Infine la presenza di Conflux è pensata come una lente d’ingrandimento su mondi sempre più in espansione ma a noi ancora remoti».

In termini economici e di partecipazione, cosa vi aspettate da questa nuova edizione?

«Miart sta creando una sua precisa identità nel panorama internazionale attraverso il dialogo serrato tra arte moderna e contemporanea, e la commistione sempre più forte dell’arte con il design e la moda. Questo ci porta a sperare in un consolidamento dei risultati raggiunti nella scorsa edizione sia in termini di pubblico che di vendite».

Si è appena conclusa l’Affordable art fair, il prossimo anno Expo 2015, Milano è ancora un centro strategico per l’arte contemporanea?

«La grande partecipazione delle istituzioni pubbliche al progetto di Miart e la rinnovata collaborazione con la fondazione Nicola Trussardi, con lo speciale progetto Cine Dreams, rappresentano pienamente lo spirito di Miart sia nella direzione del rapporto con le istituzioni cittadine, sia sotto il profilo della ricerca artistica che trasforma il format fiera in produttore di significati, ma soprattutto un grande amplificatore e catalizzatore delle migliori esperienze del territorio tutte contemporaneamente a disposizione del pubblico».

In un momento di crisi, quanto si è ancora disposti a investire sull’arte contemporanea?

«L’arte rappresenta un investimento molto rischioso, che può esser anche molto vantaggioso, raggiungendo margini che nessun altro settore riesce a dare. Inutile ricordare che da sempre l’andamento del mercato dell’arte è inversamente proporzionale a quello azionario. Attualmente gli investimenti preferiti riguardano gli artisti storici (mi riferisco al Novecento), ai quali si aggiungono pochi giovani sotto i trent’anni, che arrivano a toccare picchi altissimi, anche 700 mila euro a opera».

Franceschini è il nuovo ministro del Mibac. Alla luce degli umori e delle aspettative degli addetti al settore, qual è un messaggio che dal Miart viene lanciato alle istituzioni culturali di riferimento?

«Credo che la forza di Miart risieda nella sua capacità di porsi in modo propositivo nei confronti delle istituzioni e del pubblico. Le energie messe in campo stanno determinando una vitalità culturale che non può lasciare indifferenti e che trascende l’aspetto economico dell’evento, pur includendolo completamente».

Dal 28 al 30 marzo; Miart, viale Scarampo, Milano; info: www.miart.it

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