Il Portogallo fa cassa: Christie’s vende 85 opere di Mirò

Lisbona

La casa d’aste britannica Christie’s ha annunciato di voler procedere nel prossimo giugno a Londra alla vendita di 85 opere dell’artista catalano Joan Mirò, dopo una disputa legale sorta in Portogallo sulla proprietà dei dipinti che aveva costretto il 5 febbraio scorso ad annullare l’asta. Nonostante le difficoltà legali il governo portoghese aveva ribadito per bocca del premier, Paulo Passos Coelho, la propria intenzione di vendere a breve termine la collezione: per Lisbona mantenere la collezione in Portogallo rappresenterebbe un costo per lo Stato, che non ha i 30 milioni di euro necessari. La collezione – valutata ad oltre 35 milioni di euro – è infatti proprietà dello Stato portoghese, in seguito alla privatizzazione nel 2008 della banca Bpn: il governo conservatore di Lisbona aveva autorizzato l’asta per ottenere dei fondi, ma l’opposizione socialista aveva fatto ricorso in tribunale appellando a delle irregolarità nei permessi di esportazione dei quadri. Passos Coelho era stato costretto ad ordinare il rientro delle tele in Portogallo perché la loro futura esportazione potesse rispettare i termini di legge, gettando la responsabilità sulla casa d’aste che avrebbe dovuto occuparsi per tempo di tutti i dettagli amministrativi; Christie’s aveva ribattuto di non essere parte in causa nella disputa legale. La notizia della vendita per fare cassa era stata criticata fortemente sia dall’opposizione che dagli ambienti della cultura: ”L’importanza di Mirò nella storia dell’arte è assolutamente incontestabile e non esiste in Portogallo alcuna collezione di questo pittore o di un altro artista della medesima epoca che abbia un valore artistico e patrimoniale paragonabile” spiegava un comunicato del Partito Socialista. Il ministro della Cultura portoghese, Jorge Barreto Xavier, aveva ribattuto sottolineando come «conservare una collezione di questa importanza di un grande pittore spagnolo del XX secolo non costituisca una priorità per il paese».