Il maestro dell’aeropittura

Gerardo Dottori è tra i più grandi protagonisti del futurismo e non è un caso se una sua tela, Il trittico della velocità, farà parte della grande mostra Italian Futurism, 1909–1944: reconstructing the universe che il Guggehneim di New York ospita dal 21 febbraio fino a settembre. Nato a Perugia nel 1884 e morto nel 1977, Dottori è tra i firmatari del manifesto dell’aeropittura sottoscritto nel 1931 insieme a Marinetti, Balla e Prampolini. La velocità, le macchine e la modernità sono le tematiche care all’artista perugino che nel 1941 scrisse anche il Manifesto umbro dell’aeropittura, dove chiarì che la vera essenza della sua visione del futurismo risiedeva nel rappresentare ambientazioni e paesaggi misticheggianti. “Mediante gli stati d’animo delle velocità aeroplaniche ho potuto creare il paesaggio terrestre isolandolo fuori tempo spazio nutrendolo di cielo per modo che diventasse paradiso”, scriveva l’artista nell’inconfondibile stile senza punteggiatura che aveva lui stesso codificato durante la guerra in Parole in libertà.

Le vedute e i paesaggi di Dottori sono visibili da oggi e fino all’8 marzo alla galleria Russo di Roma nell’esposizione dal titolo Gerardo Dottori, brani di futurismo del maestro dell’aeropittura, curata da Massimo Duranti con testo critico in catalogo di Lorenzo Canova, Andrea Baffoni e Roberto Floreani. La mostra è composta da più di 80 opere eseguite in un arco temporale che va dalla fine dell’800 al 1976 e che contempla opere figurative del periodo prefuturista, parolibere, dipinti e idromatite della stagione futurista, dipinti, disegni (bozzetti di opere storiche) della stagione aeropittorica, brani di arte sacra futurista, rappresentazioni del Nuovo paesaggio moderno fino alle ultime illustrazioni. Un’esposizione variegata che presenta molte opere inedite, come Virata su fiumi, lago, mare del 1934 e Notturno del 1925, o non visibili da decenni. “Ricchissima – scrive il curatore Massimo Durante – la sezione dedicata all’aeropittura a partire dai volti inscritti nel paesaggio umbro, in scenari immaginifici come nelle due aeropitture del 1927 e 1932 Esplosione dell’isola (con relativo bozzetto a idromatita) e Aeropaesaggio, quest’ultimo originalissimo perché ci restituisce una visione molto dall’alto che smaterializza e sintetizza ogni cosa rendendoci una visione spiritualizzata, mentre l’esplosione dell’isola coniuga la sensazione uditivo-visiva dell’esplosione del 1916 con la visione aeropittorica di un’isola simbolica dove si manifesta la forza sotterranea della natura”. Particolarmente interessante la sezione della mostra dedicata all’arte sacra futurista dove Dottori già nel 1924, anno della Madonna col bambino, inseriva i personaggi sacri nello scenario aeropittorico.