È morto il filosofo Henri Maldiney, teorico dell’estetica

Montverdun

Il filosofo francese Henri Maldiney, tra i maggiori pensatori della seconda metà del Novecento e teorico dell’ontologia e dell’estetica, è morto a Montverdun, nel dipartimento della Loira, all’età di 101 anni. L’annuncio della scomparsa è stato dato dall’Association internationale Henri Maldiney fondata nel 2007 e presieduta da Pierre Mathey. Maldiney era professore emerito all’università di Lione, dove ha insegnato filosofia, antropologia fenomenologica ed stetica. Successore in cattedra di Merleau-Ponty, discepolo di Heidegger e Binswanger, Maldiney è autore di un’opera filosofica inconfondibile per fascino di scrittura e originalità di pensiero. La sua parabola creativa è stata appartata ma capace di esercitare un durevole influsso su almeno due generazioni di intellettuali (Gilles Deleuze e Pierre Fedida, tra gli altri, si sono più volte richiamati alle sue analisi). Maldiney ha introdotto in Francia la fenomenologia di Husserl, Heidegger e Binswanger, accanto a precursori come Levinas, Merleau-Ponty e Sartre. Tra i suoi libri spicca Pensare l’uomo e la follia (Einaudi, 2007), in cui Maldiney cerca di indagare un duplice enigma: per un verso l’uomo e’ l’essere capace di arte; per un altro di follia. In italiano le edizioni Mimemis hanno tradotto anche i saggi Della transpassibilità (2004), L’estetico e l’estetica (2006) e Esistenza: crisi e creazione (2012). Dall’ontologia all’estetica alla psicopatologia, Maldiney ha interrogato con rigore implacabile i nodi teoretici dell’evento e della follia, del corpo e della passività, della percezione e della pulsione. È autore anche dell’autobiografia In media vita.