Nuovi crolli. Rischio dimissioni per Bray

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Crollano i muri a Pompei, continuano a sbriciolarsi (per sapere cosa è successo clicca qui) sotto gli occhi delle istituzioni che non trovano di meglio da fare che predisporre nuove nomine. Adesso il ministro dei Beni culturali Massimo Bray, anche lui, ha deciso di nominare un direttore generale per Pompei. Uno a cui affidare poteri speciali, in grado di risolvere l’emergenza e stabilire un piano di spesa dei tanti soldi messi a disposizione per sanare la situazione. Ci sono ben 105 milioni di euro da spendere, in parte fondi europei, ma servono competenze specializzate per capire come fare. Intanto Bray è finito nel mirino delle opposizioni per questi crolli. C’è già chi ne chiede le dimissioni (del resto per Sandro Bondi furono reclamate per lo stesso motivo). Entro l’8 dicembre dovrà sapersi il nome del direttore generale, col compito di studiare il rilancio di Pompei. Tra i nomi in lizza il supervaforito sembra essere, lo apprendiamo da Repubblica, Giuseppe Scognamiglio. Ma chi è Giuseppe Scognamiglio? Lo spiega Salvatore Settis, sempre dalle colonne del quotidiano, che striglia i responsabili di questa scelta. Scognamiglio è il responsabile public affairs di Unicredit. E Settis ammonisce: cosa c’entra con Pompei? Racconta come in giro per il mondo al vertice di prestigiosissime istituzioni museali ci siano personalità che superano dure selezioni sulla base delle competenze specifiche. Ecco come Nicholas Penny è diventato direttore della national Gallery di Londra, o Timothy Potts è diventato direttore del Getty museum di Los Angeles oppure ancora Thomas Campbell l’amministratore delegato del Metropolitan museum di New York. Da noi, invece, si continuano a rastrellare esperti in materie molto distanti dalla cultura per amministrare e gestire siti dall’importanta culturale e artistica planetarie, come Pompei, appunto. Aspettiamo l’8 dicembre, sfiduciosi che Pompei sia accompagnata verso la sua rinascita, se queste son le premesse.