Il sesso ai tempi di Pompei

Dopo aver messo l’anno scorso a rogo alcune opere in segno di protesta verso il sistema dell’arte, il Cam, Museo del politically incorrect, torna all’attacco affrontando un nuovo tema scottante, quello dell’erotismo. La provocazione, ormai si sa, è il suo mestiere e il museo di Casoria neanche questa volta si è lasciato sfuggire l’occasione di essere al centro del mirino. La mostra che propone, a partire dal 28 novembre, s’intitola ErotiCam e consiste in una rilettura provocatoria fatta dal trio viennese TEAM[:]niel degli affreschi pompeiani a sfondo sessuale.

Eh sì, a quanto pare anche a Pompei e a Ercolano si faceva sesso, però fino al 2000 le istituzioni museali si sono guardate bene dall’aprire stabilmente al pubblico queste preziose testimonianze. Nascosta accuratamente dietro a un portone blindato da una triplice serratura, la sezione del museo archeologico nazionale di Napoli che custodiva le opere peccaminose fu battezzata dai Borbone Gabinetto segreto, definizione che con il passare del tempo fu storpiata in Gabinetto degli oggetti osceni o pornografici. Aperta nuovamente al pubblico nel periodo garibaldino, la collezione fu censurata durante il regno d’Italia e sotto il regime fascista. Solo negli anni ’70 è stata resa accessibile ai visitatori (ma con restrizioni) e, in seguito a diverse ristrutturazioni, nel 2000 è diventata finalmente una parte del museo a cielo aperto liberamente visitabile. Stupisce però che, dopo un lungo iter di censure e veti, vi siano ancora oggi una strana forma di pudore e una serie di remore nel renderla avvicinabile da chiunque.

È quello che è accaduto al collettivo TEAM[:]niel. Con il fine di giocare sulla reinterpretazione di alcune opere del museo archeologico partenopeo in chiave contemporanea, gli artisti hanno proposto un progetto fotografico goliardico che, se inizialmente aveva avuto il lasciapassare dalla Soprintendenza archeologica di Napoli, in un secondo momento è stato sottoposto a veto da parte della stessa, scelta che Antonio Manfredi – pittore, scultore, fotografo e videoartista, nonché direttore artistico fuori dalle righe del Cam – ha così commentato: «L’arte non ammette censura quando accompagna la riflessione, l’indagine e la comprensione».

La decisione, peraltro, non è totalmente da biasimare, perché, nonostante ci accusino in Italia di non essere abbastanza temerari e furbi per accogliere ogni sorta di azioni provocatorie, da marketing, è pur vero che non sembra affatto sbagliato rifiutarsi di dare via libera a qualunque iniziativa venga proposta, specie se di dubbia natura artistica. Nessun problema comunque. Si sa che quando la materia è “hot” (in tutti i sensi), c’è sempre qualcuno pronto ad accogliere tra le sue braccia la patata bollente. È il caso di Manfredi, il quale ha pensato di aprire le porte con entusiasmo ai tableaux vivants del trio viennese nelle sale del museo dell’hinterland napoletano. Da qui è nata l’idea di ErotiCam che, come afferma il direttore, è più che altro impostata a registrare l’effetto del pubblico di fronte alle opere.

In realtà di così scandaloso non c’è quasi nulla. Anzi, sembrerebbero quasi più osceni gli affreschi originali, che richiamano in modo disinibito le suggestioni erotiche provenienti dalla mitologia greco-romana e trattano scene desunte direttamente dai lupanari pompeiani, amplessi erotici, riti orgiastici in cui un Satiro palpa il seno di una Baccante o Priapo fa mostra del suo fallo spropositato. Quelli del TEAM[:]niel sono invece dei fotomontaggi al limite tra il comico e il trash, alla cui realizzazione hanno partecipato alcune starlette del panorama contemporaneo, tra cui Hermann Nitsch, uno dei massimi esponenti dell’Azionismo viennese (che ha affrontato, in verità, tematiche ben più complesse e scioccanti), mezzo nudo che, con fare impacciato, tenta di cavalcare un mulo nelle vesti di Pan; Carl Djerassi, chimico austriaco, padre della pillola anticoncezionale e lo stesso Manfredi che, con sguardo sornione, si avvinghia a Galatea toccandole i glutei. Anche il sesso non è più quello di una volta, ma i colpi di scena alla Cattelan sono solitamente una garanzia di successo e al pubblico e spetta decidere la buona riuscita dell’intento. In ogni caso, abbiamo voluto sapere dalla viva voce del direttore del Cam il senso di questa iniziativa.

Manfredi, il progetto artistico del collettivo viennese TEAM[:]niel, inizialmente proposto per il museo di Napoli, è stato in seguito censurato dal ministero per i Beni e le attività culturali e dalla soprintendenza ai beni archeologici. Perché? «La Soprintendenza ha espresso il parere negativo perché “tale tipo di manifestazione non rientra tra le sue abituali attività di tutela e valorizzazione del patrimonio archeologico”. Non capisco perché questa operazione non sia stata invece valutata come una evoluzione artistica di un bene culturale».

L’avete invece accolto con entusiasmo al Cam. Si tratta di una provocazione? «Non parlerei di provocazione, il corpo è sempre stato al centro dell’interesse artistico, ma il fine e le modalità sono cambiate attraverso le epoche, ecco perché io stesso, insieme ad altri artisti internazionali, ho preso parte al progetto».

Il progetto dell’esposizione affonda le sue radici nel passato, reinterpretandolo in chiave contemporanea. Cosa ne pensa? «La vera arte è eterna, quello che ci arriva dal passato, come nel caso degli affreschi di Pompei e di Ercolano, non ha perso la sua valenza estetica e sociale. Solo quando si è davanti a qualcosa che ancora stimola l’immaginazione e colpisce dopo secoli si capisce realmente il linguaggio universale dell’arte, e allora perché non servirsene in un’accezione contemporanea?»

Quale contributo è in grado di offrire oggi la pratica del fotoritocco e della post produzione delle immagini? «La manipolazione dell’immagine consente sperimentazioni anche ardite, riesce a creare universi fittizi e ambientazioni irreali. I protagonisti di ErotiCam vivono in un passato che prima non avrebbero potuto condividere e sicuramente questa situazione conduce ad una riflessione sulla società di allora».

Avete previsto che pubblico possa commentare ogni immagine. Che reazioni vi aspettate dalla visita dell’esposizione? «La finalità prima del progetto è proprio l’analisi delle reazioni, sicuramente qualcuno sarà imbarazzato per la visione in sé dell’atto sessuale. Ma la cosa interessante sarà capire chi invece si sente in difficoltà solo perché è osservato da qualcuno mentre guarda queste scene».

Come mai la collezione del gabinetto segreto del museo archeologico nazionale di Napoli, di così grande valenza storica, è stata oggetto di censure per così tanto tempo? «Il gabinetto segreto è stato per secoli un luogo a cui avevano accesso solo poche persone. Gli oggetti conservati erano reputati scandalosi per la morale pubblica, la visione esplicita dei rapporti e degli organi sessuali era per la società di allora improponibile. Eppure dopo i moti del 1848 il Gabinetto divenne simbolo delle libertà civili e di espressione, lo stesso Garibaldi ne ordinò l’apertura pubblica».

In confronto alle immagini erotiche di oggi, cosa nota rispetto a quelle del passato? Che differenza c’è tra la sessualità di oggi e quella di ieri e come questa viene rappresentata? «La sessualità e quindi la sua rappresentazione è diventata peccato con l’avvento del cristianesimo. Quello che era naturale per una cultura divenne proibita in un’altra. Ci fu un rifiuto totale della rappresentazione della sessualità, anche se nel passato la cultura se ne serviva con un’accezione apotropaica. Oggi quello che rimane del “fallo portafortuna” sono i famosi “cornetti” rossi, che mi sembra abbiano comunque molto successo. Spesso oggi la rappresentazione della sessualità viene usata come arma contro l’oppressione sociale, contro canoni troppo stretti per una società in continua evoluzione».

Durante la mostra avete in mente qualche altro colpo di scena? «Se lo rivelassi non sarebbe sicuramente un colpo di scena».

ErotiCam, Gabinetto segreto II, fino al 15 gennaio al Cam, via Duca D’Aosta 63, Casoria (Na);
Info: www.casoriacontemporaryartmuseum.com

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