Scatta il digitale, molti cinema rischiano la chiusura

Roma

Il 31 dicembre è la deadline entro la quale i cinema dovranno convertirsi al sistema digitale di proiezione dei film. Facile a dirsi, ma terribilmente complicato a farsi. Sono solo il 61% del totale le sale cinematografiche che già si sono adeguate. Il resto è ancora in alto mare. Secondo il servizio del Corriere della Sera questa restante fetta di sale rischia la chiusura. Per questo è molto probabile che sia chiesta una proroga per l’attuazione di questa norma. Giusto il tempo (circa quattro mesi) per fronteggiare questa notevole spesa per il riammodernamento, stimata in circa 50mila euro a sala. Il problema è che in questo periodo non sono molti i cinema in grado di sostenere questo investimento sul futuro, perché le casse, da tempo, piangono. Piangono per il calo vertiginoso del pubblico. E anche per altri problemi. Come la distribuzione. Sul Corriere parla anche Mario Lorini, presidente dell’associazione dei cinema d’essai, che ammette come spesso i grandi distributori regionali controllino grandi circuiti di sale, innescando così dei conflitti di interesse a danno dei più piccoli. Il 31 dicembre incombe, ma una risposta a questa emergenza culturale a difesa di quel 40% ancora non è arrivata.