Dalla poesia al video

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Scorrono gli incantevoli versi delle poesie di Maria Luisa Spaziani, recitati dalla sua voce scartavetrata dalla passione. E sullo schermo incantano le armoniose ed enigmatiche immagini dei fondali marini e dei suoi colori. Un abbinamento che accompagna tutto il docufilm di Riccardo Giacconi Chi ha lottato con l’angelo resta fosforescente. Una video opera che racconta la potenza e la bellezza della poesia. Un’elegìa vera e propria. Che non a caso si avvale di un linguaggio poetico per accompagnare il messaggio. Giacconi dà prova di una grande maturità artistica con questo video, presentato al Festival internazionale del film di Roma, nella sezione Cinemaxxi. La grande poetessa torinese viene scelta dall’autore per descrivere il mistero dell’ispirazione poetica. Un viaggio nei sentimenti più profondi dell’uomo, nelle sue pulsioni e nella sua sensibilità, reso con leggiadrìa e con un’intuizione molto originale, quella di giocare sulla similitudine tra poesia e fosforescenza marina, tratta proprio dalle emozioni che la Spaziani descrive nel corso del cortometraggio: «Per chi ha frequentato la poesia, le cose e le persone hanno un’aureola intorno. Diventano fosforescenti». Il riferimento è alla capacità di chi compone versi di vedere le cose, anche le più normali, in un modo diverso dagli altri. Una capacità che poi si completa nel componimento, reso suggestivo dalla grande padronanza della lingua che i poeti hanno. Una caratteristica, questa, che ha fatto della poesia, nel corso dei secoli, la forma espressiva più temuta dai governi, proprio per la sua semplicità nello svelare la realtà secondo una visione diversa e nello stimolare la riflessione.

I versi delle poesie della Spaziani ondeggiano nell’attenzione dello spettatore, mentre l’occhio si perde negli angoli più introspettivi dei fondali marini. Meduse, pesci e coralli riempiono lo schermo come se fosse una tela colorata. Con un tratto distintivo, la fosforescenza, di cui il mare è pieno. La poetessa svela il mistero della sua ispirazione, spiega come il suo “pesce fosforescente” che le indica l’angelo dell’ispirazione arrivi sempre, per lei, puntuale alle dieci di mattina, orario in cui lei preferisce farsi trovare sveglia e libera. L’unico momento del giorno in cui la realtà di rivela secondo un’altra luce. E la poesia arriva già fatta, già composta e corretta. L’opera è molto forte ed espressiva. Un autentico viaggio, molto intenso, nell’autorevolezza e, allo stesso tempo, nell’ inspiegabilità del genio creativo.

Nella sezione Cinemaxxi è stato presentato anche Riverbero, il docufilm del collettivo MyBossWas. Molto interessante nella resa ma poco avvincente. Un video girato nella camera riverberante dell’Istituto nazionale di ricerca meteorologica, lo spazio in cui si misura l’assorbimento acustico. Si entra nel campo della fisica del suono e gli autori sono bravi a filtrarlo artisticamente, scomponendo il concetto del rumore. I numeri diventano musica. E i protagonisti creano un coro sincronizzato, dove giocano con i tempi e i riverberi del suono, incastrandoli in una composizione quasi armonica. E alla fine subentra il matematico, un ricercatore dell’Istituto, che tenta di spiegare, con un linguaggio quasi incomprensibile, quello che la musica poco prima ha reso in modo assolutamente più convincente ed esaustivo.