Dialogo fra Oriente e Occidente

Al Museo archeologico nazionale di Napoli, è possibile visitare la Balì Bulè, mostra che si propone come una delle più importanti espressioni di arte contemporanea in cui i linguaggi odierni si accostano e confrontano audacemente a quelli passati. Balì Bulè, curata da Maria Savarese, con il coordinamento tecnico-scientifico di Marco De Gemmis, presenta i lavori di Ashley Bickerton, Luigi Ontani e Filippo Sciascia, che sono stati allestiti nell’atrio e nelle sale della collezione Farnese. L’idea della mostra nasce nel giugno 2012 in occasione della personale di Sciascia a Castel dell’Ovo, circostanza in cui Bickerton e Tony Godfrey iniziarono a confrontarsi con Ontani e a progettare la mostra dando forma all’idea embrionale. I tre autori hanno scelto l’Oriente, in particolare l’Indonesia, come sede di vita e di ricerca artistica e hanno creato, in un’accezione del tutto personale, un discorso estetico che, oltre a unire classicità e contemporaneità, è intriso di suggestioni tratte dalle culture dell’Oriente e dell’Occidente.

Sciascia e Bickerton vivono infatti da anni a Bali, e il lavoro di Ontani, presente sull’isola da tanto tempo, è da sempre permeato di segni e atmosfere appartenenti a quel mondo. Bickerton presenta una scultura e due grandi pannelli di legno dipinto, personale tentativo di fondere perfettamente pittura, fotografia e scultura in una stessa opera e di porsi in un’originale relazione con quanto di più fantastico può rintracciarsi nella mitologia greca. Ontani, dalla cui scultura Bali Bulè la mostra trae il titolo, oltre a proporre una delle sue erme, torna, con una serie di maschere balinesi in legno dipinto, su un tema con cui nel 1974, proprio a Napoli nella galleria di Lucio Amelio, interpretando un Pulcinella contemporaneo, fu protagonista di uno straordinario tableau vivant notturno. In una ventina di sculture in legno Filippo Sciascia riesce a fondere il suo spiccato interesse per la cultura classica greco-romana con la sua quotidiana frequentazione dell’arte indonesiana e balinese, producendo un’originalissima e felice sintesi di forme. Il fil rouge che lega le opere, realizzate per questo evento, è la memoria inesauribile e ancora fertile dell’arte classica, il dialogo con la statuaria e la pittura greco-romane, il tema stimolante del mostruoso; ma è anche l’armonia del mondo antico che si incontra-scontra con la disarmonia contemporanea. Le opere, infatti, sono esposte nelle sale dell’atrio del Museo archeologico e in quelle della collezione Farnese, creando così un suggestivo confronto con i capolavori d’arte antica presenti nelle collezioni permanenti.

Far dialogare realtà culturali così distanti cronologicamente e geograficamente è uno stimolo per dare nuova linfa all’antico, evidenziando, al tempo stesso, gli archetipi culturali presenti nelle opere contemporanee. Elementi della cultura balinese sono riscontrabili in tutte le opere in mostra. Basti considerare le maschere in legno di pule realizzate da Ontani, che rimandano ai cerimoniali del teatro indonesiano e all’importanza che queste hanno nella statuaria e nella cultura iconografica balinese, così come pure alle mitologie e filosofie orientali che permeano molta parte della sua produzione artistica. Ed ancora, i materiali e gli elementi strutturali e decorativi, come i tronchi di felce balinese, foglioline decorative, piccole campanelle che vengono utilizzate nelle funzioni religiose induiste adoperate da Sciascia nella realizzazione dei suoi lavori. Ontani, Sciascia e Bickerton, quindi, usano diversi media linguistici: scultura, pittura, fotografia, insieme a un utilizzo di materiali eterogenei; le loro opere nascono da una riflessione e fusione di linguaggi; il risultato sono lavori che vanno oltre qualsiasi barriera spazio-temporale.

Fino al 6 gennaio 2014;  Museo archeologico nazionale di Napoli, piazza museo 19; info: www.noracomunicazione.it

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