Visioni apocrife

Un’elegante palazzina a più piani, circondata da un curato giardino che si affaccia su una piazza di Roma nord: è il nuovo spazio Smart polo per l’arte, il nuovo centro multifunzionale con sede nel quartiere Trieste. Una volta giunti al piano adibito alle esposizioni, la calma dei candidi muri appena pitturati di bianco viene interrotta dalle visioni apocalittiche di Giacomo Costa con le sue Visioni apocrife in mostra fino al 28 novembre: ampie immagini di vedute al limite della fantascienza dove la natura, per lo più ferita, sconta il devastante passaggio dell’uomo. «Si respira – dichiara la curatrice Francesca Valente – fortemente questa presenza umana anche se la sua figura non viene mai ritratta. Nelle immagini di Costa, che io amo definire un pittore digitale, c’è questo dialogo costante tra la dimensione naturalistica e quella umana senza che queste vengano mai realmente in contatto. Gli equilibri ambientali sono completamente alterati, fino a generare mostri che rievocano biblici Leviatani, che sovrastano il mondo come presagio di morte».

Giacomo Costa, fiorentino classe 1970, nei sui suggestivi lavori di grande impatto ben coniuga la padronanza delle nuove tecnologie con una visione paesaggista più classica, nei suoi lavori si assiste in modo eclatante all’utilizzo del classico mezzo fotografico in modo del tutto personale avvalendosi delle tecnologie digitali. Come ha scritto l’architetto Norman Foster, nell’introduzione al volume The chronicles of time, “le immagini di Giacomo Costa, con le loro prospettive infinite e gli orizzonti senza fine, sono come le rovine di una civiltà perduta, che potrebbe essere la nostra. Ci ricordano soprattutto la fragilità del nostro mondo artefatto e i presupposti civici che lo hanno sostenuto fino ad oggi”. Alle opere in mostra, tra cui spicca un interessante quanto inusuale lightbox, l’artista ha affiancato una serie inedita di ironici autoritratti scaglionati da didascalie esaustive e ironiche.

Un incontro con l’artista è in programma martedì 12 novembre, in linea con gli obiettivi dell’associazione, presieduta da Margherita Marzotto. «C’è moltissimo fermento nell’arte – precisa la Marzotto – ci sono molte occasioni per incontrare in sedi private e istituzionali le opere dell’arte contemporanea. Molte meno occasioni d’incontrare gli artisti. È un mondo difficile da capire per i non addetti ai lavori, ma al contempo è un mondo che attrae perché, nell’infinita varietà dei messaggi, passa la potenza dell’intenzione comunicativa e critica del lavoro artistico. Da ciò l’importanza d’incontrare non solo le opere, ma gli artisti.

Fino al 28 novembre, Smart polo per l’arte, piazza Crati 6/7, Roma, Info: www.smartroma.org

 

 

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