Pistoletto a San Gimignano

Michelangelo Pistoletto (Biella, 1933) torna il Italia con una mostra ricca di spunti e riflessioni che ripercorrono tutta la sua carriera e ricerca artistica: dall’individuo alla società, dal presente alla storia, dalla natura al rispetto dell’ambiente. Conclusa da poco la grande personale al meseo del Louvre, la galleria Continua presenta una selezione di opere recenti, un’installazione site-specific pensata per la platea e un nutrito numero di nuove opere realizzate appositamente per questa mostra a partire da Cento mostre nel mese di ottobre. Nel libro – una sorta di ricettario di mostre e opere pubblicato dalla galleria Giorgio Persano nel 1976 e contente 100 idee per altrettante mostre tutte ideate e descritte nel mese di quell’anno – l’artista scrive: “L’ultima mostra è riservata allo stimolo prodotto dalla viva presenza sul luogo. Questa verità può assorbire una a una tutte le altre 99 verità tranne quella della progettazione”.

Il percorso espositivo si apre con il ciclo Vortice: forme organiche o geometriche tagliate in specchi bianchi e neri, presentate in cornici dorate. Positivo e negativo, pieno e vuoto, chiaro e scuro si confrontano conferendo a questi lavori una dimensione fisica e metafisica. Segue il tema dello specchio che, nell’opera di Pistoletto, costituisce un’immagine del mondo tale quale è, pregi e difetti, indivitui e collettività, sino ad abbracciare il paradosso del riflesso e della rottura nei confronti dell’intero spazio cosmico. La riflessione, propria e figurata, che scaturisce dall’immagine restituta dallo specchio, condiziona ogni essere umano, l’artista in primis, che fin dal 1962 realizza i primi Quadri Specchianti, immagini di persone colte dall’artista nelle sale del Louvre durante la mostra Année1 – Le Paradis sur Terre.

Lo specchio torna anche in alcune delle opere realizzate da Cento mostre nel mese di ottobre: oscilla appeso al soffitto creando l’effetto dell’altalena, attraversa una stanza sostenuto da un cavalletto da pittore, riflette scritte sul muro. Altro fondamento della produzione di Pistoletto è il manifesto del Terzo Paradiso (2003) di cui il simbolo è costituito da una riconfigurazione del segno matematico dell’infinito. Tra i due cerchi opposti, assunti a significato di natura e artificio, viene l’artista inserisce un terzo cerchio, a rappresentare il grembo generativo del Terzo Paradiso. «Il progetto del Terzo Paradiso – spiega Pistoletto – consiste nel condurre l’artificio, cioè la scienza, la tecnologia, l’arte, la cultura e la politica a restituire vita alla terra, congiuntamente all’impegno di rifondare i comuni principi e comportamenti etici, in quanto da questi dipende l’effettiva riuscita di tale obiettivo. Terzo Paradiso significa il passaggio ad un nuovo livello di civiltà planetaria, indispensabile per assicurare al genere umano la propria sopravvivenza. Il Terzo Paradiso è il nuovo mito che porta ognuno ad assumere una personale responsabilità in questo frangente epocale». Due temi affrontati con particolare impegno e frequenza nell’ambito del Terzo Paradiso sono il riciclo e la sostenibilità ambientale. Non c’è un copyright per questo segno, ciascuno può farlo proprio – questa la profonda intenzione dell’artista – nella completa libertà di riproduzione in luoghi e con materiali diversi.

Fino al 7 genaio; galleria Continua, via del castello 11, San Gimignano; info: www.galleriacontinua.com