Mantova o l’addio all’estate

Arriva puntuale e improrogabile come la fine dell’estate, come sempre di mercoledì, il Festivaletteratura di Mantova. Con una precisione svizzera, inizia settembre, si torna a lavoro, si rientra a scuola e la città lombarda si veste a festa, come a dire, una colazione portata a letto l’ultimo giorno di vacanza. Insomma, Mantova è l’ultima chance per molti di girare la testa dall’altra parte del cuscino e continuare a dormire. E forse questo il segreto della manifestazione che continua a presentare ottimi programmi nonostante, o forse proprio per questo, le presenze in calo dello scorso anno. Nato nel 1997 e giunta quest’anno alla sua diciasettesima edizione, il festival nella sua organizzazione generale e fin dai primordi si è ispirato all’evento letterario della città Hay-on-Wye nel Galles. Il paese è stato dichiarato book city nel 1977 per via di un tipo, tale Richard Booth che dopo aver letteralmente riempito un vecchio edificio dei vigili del fuoco di libri usati, ha scatenato una vera mania per la cittadina e tutti, o quasi, gli abitanti hanno aperto il loro negozietto di testi di seconda mano. Non contento Booth ha dichiarato Hay-on-Wye stato autonomo e se stesso re di queste terre. Dal 1988 la città ha anche il suo festival letterario. Incontri ravvicinati con gli autori, location nel centro cittadino e alternanza di eventi gratis e a pagamento uniscono infatti le due manifestazioni europee.

Si parte da lontano, quindi, quando si entra nel festival di questa città, si partecipa a un evento letterario che già nelle sue origini ha la forma di un romanzo. Si parte così mercoledì 4 e si tira avanti fino a domenica quando, come sempre, si chiude estate, settimana e festival nella piazza Castello della città. Una retrospettiva dedicata a David Grossman, un ricordo al poeta iralndese premio Nobel Seamus Heaney scomparso pochi giorni fa e riflessioni intorno al 2050, data indicata da molti scienziati come ipotetica fine del mondo o come punto di svolte ambientali mondiali, uniscono l’insieme degli appuntamenti. Fra i big di questa edizione ci sono tra i tanti Emmanuel Carrere, Luca Beatrice, Achille Bonito Oliva, Marcello Fois, Terry Brooks, Neri Marcorè, Ivano Fossati e Paolo Giordano. Grande spazio viene lasciato alle letterature dei paesi più o meno emergenti come l’Africa (Taiye SelasiMoussa Konatè) e il Sudamerica con Andrès Neuman e Ronaldo Wrobel. A questo si aggiungono eventi dedicati ai bambini, workshop per giovani scrittori e serate musicali.

Per dirla breve, cinque giorni per 239 eventi e non sorpende che a poche ore dal via sono già esauriti i biglietti per l’apertura della manifestazione. Sarà forse colpa del sì all’ultimo minuto di Roberto Saviano che terrà una conferenza sul potere della parole? Chi può dirlo, a noi piace pensare che il festival sia l’ultimo (lungo) fine settimana prima di dover spengere l’insensibile sveglia e andare ai nostri doveri con un cornetto di cartone preso al volo dal bar sotto casa.

Fino all’otto settembre, Festival delle letterature, Mantova; info: www.festivaletteratura.it

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