Sulcis Oddity

Con Sulcis Oddity, una mini retrospettiva dell’attività di Cherimus ospitata dalla fondazione Macc, si apre una nuova stagione di collaborazione fra due soggetti che con grande impegno operano sul territorio sardo. Il titolo non potrebbe essere più azzeccato: Oddity – bizzarria, eccentricità, peculiarità – descrive felicemente il clima di sperimentazione artistica che sta investendo il Sulcis Iglesiente, un territorio che solo pochi anni fa era praticamente a digiuno di ricerca contemporanea e che oggi si trova investito dalle azioni sinergiche di artisti e operatori pazienti e determinati (ai soggetti già citati dobbiamo aggiungere la Giuseppe Frau gallery e il progetto Barega), animati dalla convinzione che la rinascita socio-economica debba prendere avvio da quella culturale. Cherimus nasce nel 2008 con Marco Colombaioni, Emiliana Sabiu e Matteo Rubbi, collettivo di artisti che sfugge a schematiche descrizioni per declinare la propria identità in attività di varia natura – mostre, eventi, concerti, workshop e seminari – accomunate dall’obiettivo di proporre l’arte come strumento di riflessione e coesione sociale.

Gli spazi del Macc, con la curatela di Emiliana Sabiu, si trasformano in un percorso nella giovane storia dell’associazione, che è poi anche la storia parallela degli stimoli del Sulcis-Iglesiente, in un susseguirsi di istantanee che raccontano le tappe di un viaggio, in un’atmosfera che vuole ricordare con gioia i momenti passati per trarne slancio, piuttosto che ingessarli in una presentazione istituzionale. Occupa indubbiamente il posto d’onore il disegno a carboncino a tutta parete che ricostruisce il tentativo – purtroppo fallito – di ridisegnare la piazza centrale di Perdaxius attraverso il gesto creativo di un gruppo di artisti. Poco importa se le difficoltà ne hanno bloccato la realizzazione: il valore del progetto sta ancor prima nel dibattito a cui ha saputo dare vita, lo scambio fra cittadini e ospiti uniti dal desiderio di modellare l’urbanistica del proprio paese per un uso più consapevole dello spazio pubblico. Lo stesso slancio di condivisione che anima le opere collegate al progetto Caro Giacomo, che dal 2008 accompagna creativamente le iniziative legate alla festa padronale del paese. Così come, nei laboratori circensi in collaborazione con la Piccola scuola di circo di Milano (qui raccontati dal video Let’s Circus del 2011), nella rielaborazione scultorea di un anomalo presepio (Niniendi su Pippieddu, 2009), a cura dei bambini delle scuole elementari, o nella Macchina del tempo, realizzata su un progetto di Diego Manai, di 8 anni, leggiamo l’entusiasmo per il cambiamento, lo scorrere delle energie che possono dar nuova linfa ad un territorio e alla sua comunità. Entusiasmo che contagia e lo possiamo ben vedere dal numero degli artisti che son diventati compagni di strada, per più o meno tempo, dei tre fondatori: Michele Gabriele, Andrea Rossi, Matteo Rubbi, Marco Colombaioni, Elena Nerina Reverberi, Santo Tolone, Isa Griese, Leonardo Chiappini, Cleo Fariselli, Alessandro Di Giampietro, Giovanni Giaretta, Derek Maria Francesco Di Fabio, Edna Gee, Yassine Balbzioui (Caro Giacomo, dal 2008); Andrea Rossi, Matteo Rubbi, Marco Colombaioni, Cleo Fariselli, Carlo Spiga (Niniendi su Pippieddu, 2009-2010); Diego Perrone, Isa Griese e Samba Tounkara (Space, Spazio per arte, creatività e…, 2012); Yassine Balbzioui, Simone Berti, Andrea Bocconi, Guido Bosticco, Vincenzo Cammarata, Andrea Canepari, Derek Maria Francesco Di Fabio, Stefano Faravelli, Michele Gabriele, Daniella Isamit Morales, Marcos Lora Read, André Raatsch, Matteo Rubbi, Carlo Spiga e Jonathan Vivacqua ( La biblioteca fantastica, 2013). Sulcis Oddity, fino al 29 settembre, fondazione Macc, Museo d’Arte Contemporanea di Calasetta, via Savoia 2, Calasetta (CI. Info: 0781 887219.

Articoli correlati