Andy Warhol

Porto Cervo

Curata da Achille Bonito Oliva e organizzata da Artes s.a.s. la mostra Andy Warhol. The american dream, esposta al MDM Museum di Porto Cervo, racconta le sorti del sogno americano dalla metà degli anni 70 – segnata dal successo di Fame, in cui David Bowie e John Lennon cantavano l’anima di plastica della celebrità – alla rivincita conservatrice degli 80, quando il prodotto si fa mito e la logica del mercato impregna ogni aspetto della vita politica, sociale, culturale. Questa storia viene raccontata attraverso una selezione di opere, provenienti per lo più da collezioni private italiane, giocando intenzionalmente sulla ripetizione ossessiva dei soggetti, praticata da Warhol come mezzo espressivo, e su una riproducibilità potenzialmente infinita dell’immagine tale da competere con la forza persuasiva della pubblicità e l’invadenza della comunicazione massmediale. Visibili in mostra i famosi ritratti, gli oggetti di consumo e le icone pop dell’artista sotto forma di rare stampe d’autore. Le collaborazioni avute da Warhol con le case discografiche, i cantanti, i gruppi musicali e che hanno visto l’artista vestire i panni del produttore e, più spesso, firmare sin dal 1949 copertine entrate poi nella storia della cultura alternativa. Altra sezione, di carattere didattico, muove invece da cinque t-shirt riproducenti opere dell’artista, per costruire attorno all’idea di riproducibilità dell’arte e di “arte applicata” laboratori didattici per bambini e ragazzi. La mostra offre, soprattutto, la rara occasione di vedere in anteprima un video inedito (superotto, colore, 110min. circa), girato nel maggio 1982 da Andy Warhol e Peter Wise durante un viaggio da New York a Cape Cod, nel Massachusetts. Il film è proiettato nella prima delle 5 sezioni della mostra che raccoglie opere uniche, multipli in edizioni limitata e a larga tiratura, per indagare eredità e attualità di quello che è stato il guru della pop art made in USA e il profeta dei 15 minuti di fama per tutti, consegnando alle moderne democrazie capitaliste l’uguaglianza omologante di una celebrità effimera – quella messa a disposizione dall’industria televisiva – e all’antropologia contemporanea un nuovo mito usa e getta – quello dell’uomo senza qualità con la sua sconfinata ontologia del possibile. Un appuntamenti che segna la prima tappa di un progetto espositivo più ampio che arriverà nel 2013-2014 al Pan di Napoli, con produzione Spirale di Idee e Artes s.a.s., per poi fermarsi al Kremlin di Kazan in Russia.