Madre, il nuovo ciclo

L’estate partenopea inizia nel segno dell’arte. Il Madre inaugura la bella stagione con una tripletta di tutto rispetto. Il nuovo direttore, Andrea Viliani, punta al rilancio dell’istituzione dopo le polemiche e i malumori seguiti alla fine della gestione targata Eduardo Cicelyn. Così, per cambiare rotta e sottolineare le differenze, Viliani sceglie la strada del museo condiviso, luogo animato dall’incontro di artisti e pubblico. L’obiettivo? Creare una rete, una trama artistica che coinvolga appassionati, spazi, istituzioni, enti di ricerca, l’accademia e in generale tutti i luoghi d’arte della città. Insiste molto su questo e racconta il suo “museo” con l’entusiasmo di chi punta a realizzare grandi cose: «Alla fine di quest’esperienza appena iniziata vorrei voltarmi indietro e scoprire che il Madre è diventato la Capodimonte del contemporaneo. Sono felice di poter inaugurare le prime mostre il 21 giugno, giorno del solstizio d’estate, ad appena sei mesi dal mio insediamento. Vorrei sottolineare il grande sforzo, la passione e la voglia di fare di tutto lo staff, riuscito in poco tempo ad avviare un programma espositivo importante». Si comincia con Giulia Piscitelli, Mario Garcia Torres e Thomas Bayrle e non solo.

Ma andiamo per ordine. Innanzitutto, la collezione permanente, bene supremo di ogni museo che si rispetti, deve essere rilanciata, valorizzata, condivisa. «L’identità dell’istituzione si riconosce nella sua collezione. Per costruirne una che rappresenti al meglio il museo e il suo territorio è stato istituito un dipartimento di ricerca – unico in Italia – con l’obiettivo di investigare la storia dell’arte degli ultimi 50 anni e poter dar vita a una collezione forte e riconoscibile, che sarà possibile visitare solo a Napoli, che parlerà della storia artistica di questo territorio non in maniera localistica, ma riconoscendo la città come crocevia di artisti e movimenti importanti, dall’arte povera alla transavanguardia», spiega. Per_Formare una collezione #1 è il primo capitolo di un progetto destinato a svilupparsi in tre momenti nell’arco di un anno. In questo step iniziale l’attenzione è posta su artisti di generazioni diverse, le cui opere hanno in comune un carattere partecipativo, di azione, di riflessione condivisa e di rapporto diretto con il pubblico per creare luoghi sociali dove tutti sono invitati. Tra queste, Verifica incerta di Gianfranco Baruchello, anticipatrice dell’opera aperta di Umberto Eco, ma anche il Tristan oil di Nanni Balestrini, il film più lungo della storia, proiettato 24 ore su 24, donato dall’artista al museo anche «come segno di buon auspicio», rivela il direttore. E poi l’happening di Allan Kaprow e La rivoluzione siamo noi di Joseph Beuys, un multiplo icona del Novecento. Ma la selezione non propone solo artisti storicizzati, vuole puntare anche sulle nuove generazioni con lavori, per esempio, di Marinella Senatore e Sam Falls.

Un’operazione anche didattica, ma soprattutto costruttiva. «Vorrei che il museo diventi un luogo dove si costruisce una memoria presente e un’identità futura, tra retrospettive e prospettive – spiega Viliani – ma dovrà essere anche un luogo di produzione e sostegno dei nuovi artisti, aperto al pubblico, autore e agente delle attività museali, voglio trasformare il Madre in una piazza pubblica. A questo proposito, in autunno Daniel Buren ridisegnerà l’ingresso, una sorta di teatro su strada che celebri la relazione tra spazio e pubblico, un’opera di grande impatto scenico e attrattivo. Deve essere un luogo che attivi un rapporto vivo con i visitatori, accettando anche di adattare la propria agenda alle loro proposte». Questo spirito collaborativo è supportato dalla necessità di creare una rete che faccia capo al museo, con un comitato di valutazione di progetti specifici che vadano in questa direzione e coinvolgano gli attori interessati, in primis gli istituti di ricerca e l’accademia.

La collezione permanente e il nuovo spirito che anima la fondazione Donnaregina sono sostenuti anche dalle proposte espositive: «Le tre mostre con cui inauguriamo il nuovo corso hanno in comune l’investigazione del ruolo dell’arte e dell’artista nel mondo d’oggi», spiega il neo direttore. «Quella dedicata al tedesco Thomas Bayrle – racconta Viliani – è un’ampia retrospettiva, circa 200 lavori, dedicata al padre della pop art epopea, opere che sono condensati di ricerche artistiche diverse, la sua è un’arte vissuta come spinta intellettuale a interrogarsi sulla società. Quella di Giulia Piscitelli è un omaggio dovuto a un’artista riconosciuta interazianalmente che non ha ancora esposto in uno spazio pubblico italiano. La personale fa il punto sulla sua attività, incentrata sulla resistenza, intesa non in senso politico, ma etico ed estetico. Infine, il progetto di Mario Garcia Torres che arriva dopo otto anni di ricerca su Boetti e la sua avventura in Afghanistan. Un percorso espositivo tra contraddizioni che si conciliano. Insomma, sono tutte mostre che hanno volutamente una struttura costruttiva, declinata in forme diverse».

La panoramica tracciata dal direttore da conto del grande lavoro di rilancio del museo campano, luogo che cerca di risorgere dopo i momenti bui dell’ultimo periodo, con l’addio travagliato di chi l’aveva diretto con grandi ambizioni. Parliamo di Eduoardo Cicelyn, lo stesso che a distanza di pochi giorni – il prossimo 27 giugno – inaugurerà il suo nuovo spazio a Napoli che, per ironia o voluta provocazione, ha chiamato Casamadre attirandosi una lettera di diffida dalla fondazione Donnaregina. La concorrenza vuole essere spietata, visto che la collettiva inaugurale presenta nomi del calibro di Domenico Bianchi, Francesco Clemente, Luciano Fabbro, Antony Gormley, Anish Kappor, Jannis Kounellis, Barry Le Va, Mimmo Paladino e Michelangelo Pistoletto. Ma Viliani non coglie e non vede l’affronto, anzi: «Tutte le difficoltà e le polemiche dei mesi scorsi devono essere superate, a Edoardo faccio tanti auguri per la sua nuova avventura nel mondo dell’arte partenopea». Ogni commento ulteriore diventa, a questo punto, superfluo. Info: www.museomadre.it