Invasione Popsurrealista

Dopo pochi giorni dall’inizio del festival di Arte pop surrealista Urban superstar, giunto alla sua quinta edizione e alla sua seconda volta nella galleria Provinciale di Santa Chiara di Cosenza riusciamo già a tirare le somme e lo facciamo insieme a David Vecchiato, curatore dell’evento e artista insieme alle presenze internazionali che il festival vanta. David, ci racconta, non solo il festival, ma l’esperienza diretta con il pubblico e la città attraverso il laboratorio, Custom toys, che ha preceduto l’apertura delle mostre City of women e suggestivism. «Durante il laboratorio – afferma Vecchiato – il momento più coinvolgente è stato quello legato alla poster art, quando abbiamo appeso per il centro storico di Cosenza le immagini ispirate alle donne di Fellini. Poster nostri, ovvero miei e dei ragazzi dei laboratori, e di tutti gli artisti che hanno risposto alla chiamata online. Le reazioni dei cittadini di fronte a un intervento di arte pubblica sono sempre stimolanti, sono occasioni in cui la relazione con l’altro che l’artista cerca nelle sue opere ottiene le risposte più disparate. Tipo quella di una famiglia che ci ha chiesto di consegnargli alcuni poster per attaccarli sul balcone. O delle signore anziane che ci chiedevano di poterli staccare dalla strada per portarseli a casa».

Una testimonianza dunque, che conferma quanto operazioni come l’Urban superstar, abbiano reso accessibile un filone artistico, quello pop surrealista, molto settoriale, ma destinato a diventare sempre più di tutti, per forme e mezzi di comunicazione. «Le prime due edizioni dell’Urban Superstar – dice Vecchiato – le ho curate al Madre di Napoli nel 2009 e nel 2010 e hanno rappresentato una sorta di prima invasione di spazi museali italiani da parte di firme internazionali e italiane dell’Urban art e del Pop surrealismo. Dico invasione perché non è stato semplice negli anni per queste correnti artistiche inserirsi negli spazi ufficiali dell’arte contemporanea, molti addetti ai lavori hanno opposto resistenza e ancora lo fanno a causa degli immaginari visivi che utilizziamo nelle nostre opere, che esteticamente derivano da cartoon, illustrazione, fumetto, linguaggi e culture ritenuti minori. Fermarsi a un giudizio estetico è però un imperdonabile errore per un addetto ai lavori, dal momento che è dagli inizi del novecento che in arte lo scoglio del giudizio meramente estetico è stato superato e dimenticato. Con l’edizione scorsa alla galleria Santa Chiara di Cosenza ho voluto portare i lavori recenti degli artisti più noti di queste correnti artistiche e, con i laboratori di Nicola Alessandrini, Allegra Corbo, Lucamaleonte, Gio Pistone e mio, ampliare la mostra stessa con opere realizzate coi giovani artisti che hanno lavorato con noi, su tematiche ispirate proprio alla storia dei quartieri di Cosenza. Con questa quinta edizione di Urban superstar ho voluto operare un processo inverso, ovvero non presentare più solo ai visitatori locali uno spaccato della nostra produzione artistica, ma realizzare due mostre le cui opere sono appositamente concepite attorno alle tematiche proposte, Suggestivism a cura dell’artista statunitense Nathan Spoor che esplora i soggetti più frequenti nella nuova pittura che viene dagli Usa e City of women curata da me e dedicata alle donne immaginate da Fellini. Da questo momento e con questo nuovo concept, Urban Superstar potrebbe divenire un appuntamento fisso che ogni anno fa il punto su ciò che la nuova arte contemporanea internazionale sta producendo». Sulla fonte che ha ispirato City of the Women, Vecchiato, ci lascia infine un suo personale ricordo. «Ho conosciuto Federico Fellini pedinandolo sotto casa a via Margutta quando avevo vent’anni. Amavo il suo immaginario, tanto surreale ed onirico quanto legato al grottesco e allo spirito tipico dell’Italia, potevo non andarlo a disturbare all’epoca e non potevo non ricordarmi di lui ora che sono vent’anni che non c’è più».

Articoli correlati