Vittorio Sgarbi e Gillo Dorfles sulla Biennale

Venezia

A distanza di giorni dalla sua inaugurazione, la Biennale di Venezia continua a fare parlare di sé. Vittorio Sgarbi e Gillo Dorfles hanno dato vita questa mattina a un acceso confronto sul Corriere della Sera. Entrambi lodano l’edizione, il lavoro del direttore Massimiliano Gioni e il suo Palazzo Enciclopedico. Sgarbi parla di «sconfinamenti interessanti nelle nostre zone d’ombre››, il secondo di una «Biennale metaforica››, e insieme i due apprezzano la scelta di iniziare con Carl Gustav Jung e il suo Libro rosso. Ma si dividono sul padiglione Italia, curato da Bartolomeo Pietromarchi. Sgarbi lo definisce «mortifero e penitenziale›› rispetto a quello curato da lui stesso nel 2011; Dorfles invece cita Gianfranco Baruchello, «la cui vena ironica rientra appieno nell’ambito della metaforicità››. Tra i suoi pregi e difetti, ancora una volta la Biennale si conferma l’evento dell’anno, da criticare, commentare, apprezzare o bocciare… Ma sicuramente da vedere.