Vinicio e Scianna, parte Letterature

Letterature, storie di sogni diventati realtà. Con questo incipit si è aperto il Festival internazionale nell’usuale, fantastica cornice della basilica di Massenzio, a Roma. La serata inaugurale della XII edizione ha visto alternarsi sul palco, davanti al consueto bagno di folla, narrazioni sui sogni possibili, sull’onda rievocativa dell’I have a dream – declinato al passato – pronunciato mezzo secolo fa da Martin Luther King. A dare il là il recupero dell’antico agrumeto della Kolymbethra nella valle dei Templi di Agrigento, ora gestito dal Fai, da parte dell’agronomo Peppe Lo Pilato. Un Ferdinando Scianna strepitoso, a dispetto dei suoi settant’anni, ha poi presentato Ti mangio con glio occhi, vademecum gastronomico-culturale e collettanea d’immagini in tema edito da Contrasto. A seguire, Edward St Aubyn, autore “cult” anglosassone di antico blasone che con la sua verve soporifera ha rischiato d’addormentare la nutrita platea. A risvegliarla ci ha pensato l’immaginifico Vinicio Capossela, leggendo e musicando brani del suo ultimo Tefteri (Saggiatore), il libro dei conti in sospeso, come recita il sottotilo; del debito morale verso la Grecia, madrepatria d’Occidente, dove neppure ai giornalisti della rete pubblica è concesso stare tranquilli, dato il tracollo economico. Musica in stile Rebetiko suonata dagli italianissimi Evì Evàn. Chiude la rassegna, il 3 luglio, l’inossidabile Roberto Saviano. Per gli appuntamenti nel dettaglio, leggi l’articolo di Francesco Angelucci.

foto di Manuela Giusto

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