Vendesi arte contemporanea

Che l’opera d’arte contenga una parte che possa definirsi prodotto, e quindi vendibile e soggetta a speculazione, non è una novità. È dalla fiera di Colonia (Kunsthalle del 1967, la prima del suo genere) che la creatività comincia a scendere a compromessi con il nascente mercato artistico, tanto che la compravendita di opere viene ormai comunemente inserita all’interno del sistema dell’arte contemporanea senza neanche più suscitare polemiche. Anche se, a dirla tutta, i primi mutamenti in tal senso si possono rintracciare con la morte dei mecenati (lo stato e la chiesa) e il peso sempre maggiore che si sono presi i primi pionieri del mercato. Tutto questo succedeva verso la fine dell’Ottocento quando l’estetica dell’arte cominciava a cambiare e il gusto (in questo caso l’impressionismo) non trovava consensi favorevoli da parte di chi contava veramente (lo stato, la chiesa, di nuovo ma ancora per poco, appunto). Lo scopo dei primi mercati era prendere quello che la loro sensibilità sentiva come capolavoro, comprarla dall’artista per poi rivenderla più alta, con la garanzia del proprio nome, al collezionista di turno. Bene, a ben vedere da allora le cose non sono cambiate più di tanto. Tranne per un piccolo ma fondamentale particolare.

Anche dopo il dominio dei mecenati sull’arte, e quindi con l’arrivo dei primi mercanti, le opere d’arte rimanevano un bene per pochi, un circolo chiuso basato sul passaparola, le fiere d’arte contemporanea e le aste di opere, battute anche a prezzi relativamente bassi, non hanno veramente attaccato questa chiusura del sistema. Fondere la tradizione del vecchio mercante con le novità offerte dalla rete è stata l’idea di Mediartrade, casa d’aste online forte di una quarantennale esperienza nel mondo dell’arte contemporanea grazie all’omonima galleria milanese. Il progetto, così, mischia i piani del collezionista e del mercante, trasformando il cliente contemporaneamente in un probabile scopritore di talenti e in un appassionato d’arte. Sul sito vengono presentate al visitatore una serie di opere inserite in un’impaginazione chiara e leggibile che permette di spaziare fra le varie offerte. Si possono incontrare infatti capolavori di maestri come Ugo Nespolo, Mimmo Rotella, Mario Schifano e Salvatore Fiume ma anche artisti stranieri o giovani promesse dell’arte. Una ricerca per artista può aiutare a individuare l’ossessione di ogni vero collezionista e una divisione per tecniche (dalla pittura alla scultura, dal design alla fotografia fino ai libri) accompagna la scelta del pezzo. La piattaforma ha anche una sezione dove è lo stesso visitatore che può diventare un vero mercante cercando di vendere la propria collezione.

Certo: «vagliare e valorizzare quanto verrà proposto in rete per la vendita è la fase delicata del nostro intervento – dice il direttore di Mediartrade, Alessandro Conte (nella foto) – noi saremo garanti di quanto ci è affidato direttamente e di ciò che verrà proposto dai singoli proprietari, il nostro ruolo sarà anche quello di verificare la congruità e il rilievo dei singoli pezzi prima dell’effettiva vendita». Lo scopo ultimo è, insomma, forse il più difficile di tutti, quello di presentare un’arte che come gli antichi mercanti, sia diretta rappresentazione dell’estetica contemporanea: «Chi si rivolge a noi – continua Conte – ha la più ferma certezza di trovare opere d’arte che sono anche documenti del gusto e dell’epoca in cui sono state realizzate; nessun sperimentalismo fine a se stesso , proprio per tutelare gli interessi del collezionista».

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