Nell’acqua capisco

Nell’acqua capisco, mostra a cura di Claudio Libero Pisano, si inserisce negli eventi collaterali della 55esima biennale di Venezia ed è stata realizzata da The hart foundation in collaborazione con il museo Ciac di Genazzano. Si svolge in due sedi: l’Ateneo veneto in campo San Fantin e le procuratie del Sansovino in piazza San Marco, questa seconda sede contiene la maggior parte delle opere. I 17 artisti coinvolti si confrontano e si misurano su vari aspetti che scaturiscono dalla riflessione sull’elemento liquido. L’acqua è un magma che coinvolge l’essere in uno stato di sospesa mutualità. Nell’elemento acquatico si esplica il raccordo fra i sentimenti e gli stati d’animo, si misura la relazione con l’alterità. Nella mente e nell’anima si accende la ricerca di riscontri per la sensibilità individuale e collettiva che si possono trovare in questo elemento. I messaggi che arrivano dal liquido sono onnicomprensivi e si dirigono verso due diverse polarità: la positività e la negatività, la conferma delle speranze e il crollo delle certezze.

Gregorio Botta presenta lavori all’ateneo Veneto: Claustro dove all’interno di due delle sue casette sono contenuti i video di una ricognizione in alcune grotte e Non è l’acqua che scorre, una casetta dentro cui piove acqua; poi un lavoro alle Procuratie: Young english poet dove cerca di scrivere sull’acqua. Simone Cametti espone Europa moon: due fotografie che raffigurano un lago ghiacciato che l’artista ha bucato con tubi in cui ha inserito dei microfoni che ha fatto arrivare fino al fondo del lago; mettendosi le cuffie vicine alle foto si può sentire il rumore, registrato dai microfoni, dei sassi che ha lanciato sul ghiaccio. Paolo Canevari è presente con un’installazione dei suoi classici copertoni in una stanza delle Procuratie e con il video Us in cui si lava le mani con il sangue, alludendo alla fine di una relazione. Estate di Davide D’Elia si ispira all’acqua come assenza nelle calde giornate estive: il lavoro dell’artista consiste nel recupero di una parete spogliata di tutto che si trovava in un tabaccaio e dove prima erano esposte cartoline che hanno lasciato il loro segno. Quanti di Alberto Di Fabio è una installazione di quadri in cui vengono rappresentate principalmente strutture molecolari. Di Bruna Esposito si possono vedere, all’Ateneo veneto, ritratti di persone a lei care filtrati da perle e, alle Procuratie, un metro dal medio mare che consiste in due livelle a richiamare il metodo per misurare l’acqua alta a Venezia. La serie Higgs ocean di Andrea Galvani, di cui vi sono due fotografie, rappresenta la solitudine e il sentimento di isolamento attraverso la figura di un uomo che si trova solo su di un gommone nei mari dell’Antartico. Laurel Holloman crea Swell, un quadro in cui il blu è protagonista in un contesto caotico, sono poi accostati alla tela oggetti e immagini del suo vissuto.

La caoticità si rivela anche nel quadro Paesaggio caduto n. 2 di Gioacchino Pontrelli che vive di due elementi antitetici: il contrasto e la congiunzione fra astratto e figurativo. Il video e le due fotografie, progetto dal titolo Limpieza Social, di Regina José Galindo parlano della mortificazione della donna e delle torture nei carceri della sua terra d’origine, il Guatemala, attraverso la violenza di un getto d’acqua puntato sul corpo nudo dell’artista. Donatella Landi con il video Robben indaga il mondo delle foche. Marina Paris espone fotografie della serie Variable Space che raffigurano il cortile del Pac di Milano: Paris lo ha ricoperto con una superficie specchiante che dopo la pioggia rifletteva in maniera surreale tutto ciò che le stava al di sopra. Simone Pellegrini crea Stillare con una tecnica mista su carta da spolvero, opera in cui lo stillare dell’acqua si ricopre di simbologie e metafore. Annie Ratti ha realizzato una macchina per distillare l’acqua con materiali che si utilizzavano ai primi del novecento, dal nome Agua de beber. Barbara Salvucci espone Ofelia un disegno a inchiostro di china su tavola in cui le forme femminili di Ofelia ormai morta sono stilizzate. Venticinque aprile 2013 di Donatella Spaziani è un’installazione di ceramiche disegnate a matita in cui protagonisti sono i corpi tratteggiati in posizioni particolari ispirate a quelle che si assumono in acqua. Francesco Vaccaro presenta il video K – Kilo – Desidero comunicare con voi in cui ancore vengono tirate a secco. La mostra è composta da artisti giovani e artisti già affermati.

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