Che c’entra Gauss con l’arte?

Chimica e fisica vengono scomodate dall’alchemica programmazione della Co2 gallery di Roma, che il 3 maggio scorso ha presentato il progetto dal titolo Il teorema di Gauss. Non una semplice esposizione, bensì un processo di mostra, dove lo spazio della galleria diviene luogo di attuazione della regola imposta dal teorema di Gauss per il campo elettrico, secondo cui, il flusso uscente da una superficie chiusa è dato dal dal rapporto della somma algebrica delle cariche contenute all’interno della stessa, con la costante dielettrica del mezzo che riempie lo spazio. Una suggestione, quella offerta dalla lapidaria formula algebrica, che si fa spunto per parlare in modo più dinamico di una aleatoria circolazione di flussi tra corpi, questi ultimi, nel caso di specie, rappresentati dalle opere degli artisti coinvolti.

Il progetto, infatti, intende enfatizzare la corresponsione energica tra artisti di generazioni successive: da un lato, tre giovanissimi, Marco Morici (1985), Giulio Delvè (1984), e Giovanni Oberti (1982), dall’altro, tre nomi noti rappresentativi degli anni ’60, quali Gilberto Zorio, Eliseo Mattiacci e Claudio Parmiggiani. Il processo creativo si è innescato il giorno dell’inaugurazione, quando i tre junior hanno affiancato i propri lavori a quelli dei senior, aprendo così un dialogo prudente, fatto di rimandi, richiami, metafore e tentennanti emulazioni, sintomatiche di un grande rispetto reverenziale. Morici, ad esempio, tenta un’empatia con l’opera di Zorio, attraverso la mera applicazione di un dispositivo elettronico affianco alla splendida e imponente stella Rossini.

Un allarme museale? O forse un rilevatore dell’aurea dell’opera? In punta di piedi, Marco Morici ironizza e allude a cariche impercettibili ma potentissime, quali quelle trasmesse da un circuito elettrico come da un’opera poverista del calibro Zoriano. Il progetto vede la sua continuazione nel mese di esposizione, durante il quale i giovani artisti, istallati in galleria come i Proci, saranno chiamati a confrontarsi e implementare il proprio lavoro, protendendo verso l’attuazione del teorema. Se dunque, si verificherà un passaggio di flussi tra le opere, l’esperimento sarà davvero riuscito! Attraverso un taccuino di memorie verranno raccolte riflessioni e confronti lungo l’iter del processo creativo, nonché le suggestioni del pubblico invitato a intervenire nello spazio.

Fino al 28 giugno; Co2 Gallery, via Piave 66, Roma; info:  www.co2gallery.com

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