La Giralucci commuove Mosca con Sfiorando il muro, il film sugli anni di pombo

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Lunghi applausi, commozione e tante domande degli spettatori ieri sera a Mosca per Sfiorando il muro, film documentario della giornalista Silvia Giralucci che racconta il suo viaggio negli anni di piombo a Padova, dove nel 1974 suo padre Graziano, un giovane militante del Movimento sociale italiano, fu la prima vittima delle Brigate rosse insieme a Giuseppe Mazzola. Era uno dei tanti film della rassegna della quarta edizione del festival del cinema da Venezia a Mosca, promosso dall’Istituto italiano di cultura a Mosca e chiusa oggi da un masterclass di Marco Bellocchio e dal suo ultimo film, Bella addormentata. Ma ha dimostrato come anche un’esordiente sappia trasmettere a un pubblico non di casa emozioni forti e curiosità non effimere sul nostro paese, dopo il successo in Italia. La proiezione, come per tutte le altre pellicole provenienti dall’ultimo Festival del cinema di Venezia, è stata allestita al Khudozhestvenni, la più vecchia sala cinematografica di Mosca realizzata un secolo fa dal noto architetto Fiodor Shekhtel, teatro della prima della Corazzata Potiomkin (1924) e del primo film sonoro russo (1931). Una cornice storica per un pezzo di storia italiana che continua a suscitare interesse anche tra le nuove generazioni di russi, rimasti commossi e scioccati dall’intensità del racconto che si snoda tra la vicenda personale della regista e quella di un’intera città, Padova, diventata negli anni Settanta un laboratorio di violenza diffusa senza pari in Italia.