Il segreto di Courbet

È un’opera che ha rivoluzionato la concezione della sessualità, del pudore e della nudità nell’arte. L’Origine du monde, il celebre quadro dipinto da Gustave Courbet nel 1866, torna a far parlare di sé, ma non per il mito e la leggenda che si è creato attorno nel tempo. Oggi, infatti, la vagina più famosa di sempre ha un volto.

Il noto settimanale francese Paris Match ha dato notizia del ritrovamento della parte mancante di un dipinto che era stato da sempre pensato come pezzo unico, e proprio per questo rivoluzionario. Il quadro intero, infatti, sarebbe stato di ben 120 x 100 centimetri, da cui successivamente vennero tagliati due particolari, quello del pube e del viso. Il ritrovamento è avvenuto due anni fa, ad opera di un appassionato d’arte – ad oggi anonimo – che acquistò da un antiquario parigino questo interessante volto di donna per poco più di mille euro. Con il passare dei giorni il collezionista si persuase che l’opera di cui era entrato in possesso potesse essere il pezzo mancante dell’Origine del mondo e decise di farla analizzare da Jean-Jacques Fernier, esperto di Courbet. Attraverso le sue conoscenze ed alcune analisi di laboratorio si sarebbe così appurata l’autenticità del sospetto. Se anche la perizia degli esperti del Museo d’Orsay, dove oggi viene custodita la tela originaria, darà parere positivo, il volto ritrovato potrebbe far lievitare il suo valore fino a 40 milioni di euro.

L’Origine del mondo è considerata l’opera regina dell’arte erotica. Nonostante risalga alla seconda metà dell’Ottocento, la sua carica sessuale così esplicita e realistica riesce a suscitare ancora forti pudori e reticenze negli animi più sensibili. Venne commissionata da Khalil-Bey, ambasciatore dell’impero ottomano ad Atene e San Pietroburgo e collezionista di opere erotiche. Al suo piccolo museo privato, infatti, appartenevano dipinti di grande pregio, come Il bagno turco di Ingres. Il diplomatico, successivamente, nascose l’opera di Courbet sotto una spessa tela verde, colore dell’Islam, permettendone la visione solo a pochi eletti. Questo fino a due anni dopo, quando l’ambasciatore cadde in rovina per il vizio del gioco, e dovette smembrare tutta la sua particolare collezione. L’Origine del mondo passò di mano in mano, prima nella galleria di Alexandre Bernheim, poi venne portato a Budapest dal barone François de Hatvany nel 1913 per finire, nel 1954, entrò nella casa del famoso psicanalista Jacques Lacan. Dal 1995 il dipinto è divenuto uno dei quadri più famosi del museo d’Orsay. Ed è proprio da qui che si attende un parere decisivo.

Tutto, in realtà, sembrerebbe coincidere. I colori, la tela, la prospettiva, le dimensioni. E anche la modella dell’Origine del mondo, Joanna Hiffeman detta Jo, amante del pittore americano James Whistler, che a sua volta era un grande ammiratore di Courbet, potrebbe corrispondere, nei suoi tratti somatici, alla donna del ritratto. La postura del volto, abbandonato all’indietro e contratto in una smorfia di piacere, adornato da una folta chioma castana, ispida e disordinata, potrebbe ben rappresentare ciò che poco più in là si descrive, completando una scena di un erotismo esplicito e sconfinato.

Si è così scatenato un intenso dibattito sul ritrovamento. Scetticismi a parte, si riflette se il dare un volto alla perla di Courbet potrebbe svilire l’opera che, concepita nel dettaglio dell’intimità femminile, aveva di per sé qualcosa di rivoluzionario. In realtà la provocazione dell’opera, ora che quel pube lascivo ha un viso, viene completata da un’immagine espressiva, che sottende un amplesso precedente, magari tra la stessa Jo e Courbet. Si perde il senso atavico del simbolo genitale, ma esplode nelle due tele il piacere di un amore consumato. L’opera, quindi, si trasforma ancora, dopo 147 anni, caricandosi di nuovi significati. Le prova che la sessualità femminile resta un mistero da svelare, come in natura così nell’arte. Da lì l’origine di tutto, l’inizio di ogni cosa. Come lo stesso Courbet, d’altronde, insegna ancora oggi.