Cinema America occupato

Venti mini appartamenti, due piani di garage interrato e una libreria, secondo le norme che obbligano a mantenere il 50% di un cinema a scopi culturali. Questo l’ultimo ed ennesimo progetto privato di rivalutazione del cinema America, storica sala trasteverina chiusa e abbandonata da anni. L’idea di creare appartamenti in un quartiere di Roma popolare e popoloso come Trastevere lascia un po’ a desiderare. Parcheggi in un’area in cui, data la sua struttura urbanistica, le auto non dovrebbero neanche circolare considerata anche la presenza fantasma di varchi ztl troppo spesso non attivi. Per non parlare dei famosi sanpietrini che ricoprono ogni via, vicolo o piazza che sia, che non fanno che consumarsi e franare. E poi, per quanto non ce ne siano mai abbastanza di luoghi dispensatori di cultura, quella libreria, come affermano studenti e residenti che stanno portando avanti la protesta di occupazione, ”con tutte le riserve che si possono avere sull’indirizzo culturale e non commerciale di molte grandi catene di librerie”. Ma questo è solo un punto di vista.

Paradossalmente, nel 1923, quando l’originario proprietario Amigoni presentò un progetto per costruire un cinema-teatro in quell’area inedificata tra via Natale Del Grande e san Francesco a Ripa, i residenti di Trastevere si opposero richiedendo, piuttosto, nuove abitazioni. Si giunse, infine, a dedicare parte dello stabile costruito ad appartamenti e, nel 1925, fu inaugurato il teatro Lamarmora sulle cui ceneri fu poi edificato, nel 1954, il cinema America. Passando prima nelle mani di Giovanni Amati, Mondialcine e infine Cecchi Gori, la sala viene poi abbandonata per quindici anni fino a quando la società Progetto uno srl l’acquisì nel 2004 allo scopo di cambiargli completamente destinazione, da sociale e culturale a privata. Dopo anni di opposizioni da parte del Comitato cinema America insieme a una fitta rete di supporto territoriale composta da varie associazioni tra cui Trast invaders, Assemblea giovani al centro e Ri_Pubblica, il cinema, in totale stato di abbandono, rivede oggi finalmente la luce. Dopo una storia lunga e travagliata in difesa dei beni comuni, lo sala è ora risorta non come edificio privato ma come luogo di confronto e azione collettiva. Socialità, aggregazione, condivisione e relazione umana sono, infatti, le basi su cui si intende fondare il cinema America occupato che, dal 13 novembre, è aperto a residenti, turisti e curiosi. In molti stanno contribuendo alla causa di riappropriazione di un edificio nato per essere luogo di socialità in opposizione ai numerosi tentativi di cementificazione, speculazione e mercificazione di un territorio, come quello del rione XIII, ricco di storia, cultura e tradizioni. E adesso, dopo quasi tre mesi di lavori, assemblee e organizzazione di idee, gli attivisti di Ri_Pubblica, grazie anche al supporto di residenti e studenti della zona, hanno finalmente messo in atto le proposte e le attività socio-culturali promesse con un programma che aspira a diventare degno sostituto di tutte quelle multisale e spazi mainstream dai prezzi improponibili. Al via, quindi, diverse rassegne cinematografiche con film cult di ogni genere che permettono, anche ai più giovani, di vedere sul grande schermo pellicole (raramente) disponibili solo in 32 pollici: ecco perchè all’Armata Brancaleone si affianca la trilogia horror The evil dead (La casa) di Sam Raimi, l’impegnato Evil di Mikael Håfström e l’underground L’onda di Dennis Gansel.

L’America occupato non intende porsi solo come sala cinematografica ma anche come centro culturale a 360° che supporta i gruppi musicali emergenti e le compagnie teatrali indipendenti, dove studiare grazie a una futura connessione internet e a una biblioteca che, si spera, cresca con donazioni e scambi. Poi, idea ancora più interessante in un’epoca in cui l’artigianalità ha perso valore, la creazione di un’officina polivalente dove imparare e rendersi utili costruendo, riparando e inventando. E allora si passa sopra anche alle temperature rasenti lo zero, ai calcinacci pendenti dai soffitti, a qualche voragine che decora le pareti e alle pozzanghere che qua e la occupano l’ampio spazio. In fondo c’è molto da fare ancora: un luogo abbandonato da decenni, privo di manutenzione di alcun tipo e ora in mano a giovani che, per quanto si impegnino, scarseggiano di risorse e mezzi. Ma siamo solo all’inizio, l’entusiasmo è tanto e se il buongiorno si vede dal mattino…

Cinema America occupato, via Natale Del Grande 6, Roma

info: www.americaoccupato.org