Omaggio a Enzo Pregno

La saletta Gonnelli della Libreria antiquaria di Firenze riscopre Enzo Pregno (Il Cairo 1898 – Firenze 1972) con la mostra Omaggio a Pregno a settanta anni dalla sua prima mostra e a quaranta dalla sua scomparsa. Una restrospettiva costituita da una sessantina di opere scelte tra dipinti (autoritratti, paesaggi, nudi e nature morte), acquerelli, disegni, incisioni e collage dell’artista, nell’intento di riscoprire e rivalorizzare con nuovo approccio critico un artista di indubbio valore, a torto misconosciuto e dimenticato. Le opere esposte provengono dalla collezione Gonnelli, dalla collezione Perilli e dalla collezione Pieri e offrono uno sguardo completo sulla produzione di Pregno dai primi del secolo scorso agli anni della grande personale (1942), passando per gli anni ’20.

Una produzione che accompagna il pittore errante costretto a seguire la sua itinerante famiglia dal Cairo a Genova (il padre lavorava su navi da crociera e per questo nasce a Il Cairo), prima di stabilirsi definitivamente a Firenze, nel 1909. Qui il giovane Pregno è uno degli iscritti della prima Scuola italiana di incisione, diretta da Celestino Celestini a partire dal 1912, insieme ad altri illustri personaggi del panorama artistico a venire come Francesco Chiappelli, Achille Lega, Ottone Rosai, Marino Marini. Altre opere attraversano quindi gli anni Venti, momento in cui si trasferisce in Francia, a Parigi – dal 1929 al 1934 – e compiere numerosi viaggi in Germania e in Svizzera dove frequenta artisti e studia Cézanne, Matisse e i Fauves, nonché gli espressionisti (Nolde, Schmidt-Rotluff e Kokoscka). Seguono le opere degli anni Quaranta, quando un lungimirante Aldo Gonnelli, riesce a stipulare un contratto col pittore, il quale lo ripaga con una grande amicizia e una produzione di indiscusso valore artistico.

Sono questi gli anni della prima mostra, nel 1942 nella saletta Gonnelli appunto. Anni del secondo conflitto in cui Pregno è impegnato in prima persona nella resistenza partigiana e, insieme ad Aligi Barducci, figura partecipe e veramente importante per la liberazione di Firenze. Gli anni Quaranta sono anche quelli della piena maturità pittorica che è rafforzata dall’acquisita consapevolezza di un valore artistico ormai solido e riconosciuto anche dai giovani avanguardisti dell’arte contemporanea, i quali, nell’immediato dopoguerra, faranno di Pregno una figura di riferimento per il loro sviluppo. Proprio Oscar Kokoscka, maestro dell’espressionismo studiato dal giovane Pregno, come riferisce il critico Michelangelo Masciotta, grande estimatore del creativo e grande amico dello stesso Kokoscka, nel 1950 visita il suo studio in via de’ Serragli a Firenze testimoniando un’indelebile ammirazione della sua pittura e dichiarando con convinzione dopo minuti di contemplazione: «Sei un pittore, un pittore vero».

fino al 31 gennaio

Gonnelli casa d’aste, via Ricasoli 6, Firenze

info: www.gonnelli.it