Guy Bourdin il precursore

È sottile il confine tra fotografia artistica e commerciale, un settore quest’ultimo che negli ultimi decenni si è talmente sviluppato e affinato verso un’estetica della forma così eccelsa da far spesso dimenticare l’obiettivo di vendita per cui quello scatto è nato. Tra i molti fotografi che si sono misurati in questo campo, il francese Guy Bourdin è stato tra i primi a imprimere uno stile personale e smaccatamente glamour ai suoi scatti sia che questi ritraessero modelle statuarie dalle vaporose capigliature che ambienti apparentemente freddi e vuoti. La fondazione Alinari a Firenze organizza la mostra A message for you realizzata in collaborazione con Samuel Bourdin, Nicolle Meyer, musa del fotografo, e Shelly Verthime, curatrice del progetto. Amico di Man Ray, conosciuto a Parigi nel 1950, Bourdin inizia a collaborare con l’edizione francese della rivista Vogue nel 1955 con la pubblicazione dei suoi primi servizi di moda. È sempre tramite Vogue che il fotografo, nato a Parigi nel 1928 e deceduto nella stessa città nel 1991, conosce lo stilista di calzature Charles Jourdan per il quale realizza tutte le campagne pubblicitarie dal 1967 al 1981. Bourdin fu tra i primi a capire l’importanza di una narrazione fotografica complessa all’interno di un’inquadratura e ad arricchire, quindi, il set fotografico di professionalità e archetipi.

Le sue opere visive si caratterizzano per un uso ricorrente dell’elemento surreale, derivato dall’influenza dei molti artisti visionari che negli anni 50’ e 60’ vivevano e lavoravano a Parigi, e da una sensualità prorompente che occhieggia dietro l’utilizzo di tinte sature. La mostra fiorentina A message for you raggruppa la produzione di Bourdin della fine degli anni ‘70 quando il suo sguardo attento registra gli importanti cambiamenti sociali di quel periodo: la libertà sessuale, il capitalismo e la crescita dei media. Tutti temi che trovano la loro perfetta collocazione sulle pagine patinate delle riviste di moda. La mostra cattura il periodo più significativo della carriera di Bourdin focalizzandosi su un corpus unico di lavori che il fotografo produsse in collaborazione con Nicolle Meyer, sua musa e modella. Sono settantacinque le stampe in mostra: una raccolta di alcune immagini pubblicate su Vogue France, altre di diverse campagne pubblicitarie come Charles Jourdan, Pentax calendar e Versace, e una collezione di immagini mai pubblicate provenienti dall’archivio di Guy Bourdin. Completa l’esposizione una proiezione che raccoglie altre immagini presentando una sorta di viaggio attraverso i paesaggi visivi del fotografo francese. Se l’arte di Bourdin possiede una patina prevalentemente scintillante, non si può dire la stessa cosa della sua vita privata segnata dal suicidio della moglie, avvenuto in Normandia nel 1971, e da un sostanziale disinteresse per la promozione e la conservazione del suo operato: le sue volontà prevedevano la distruzione delle opere, cosa che fortunatamente non è stata fatta.

Dal 10 gennaio al 10 marzo

Mnaf, piazza Santa Maria Novella 14a, Firenze

Info: www.mnaf.it