Il tempo di Kentridge

Roma

La divisione in meridiani e paralleli, imposta dagli europei, ha condizionato la concezione del tempo di tutto il mondo: una forma di colonizzazione profonda che richiama quella del suo Sudafrica. C’è questo e molto altro ancora nel grande omaggio che la città di Roma dedica a William Kentridge. Uno spettacolo, “Refuse the hour”, in programma al teatro Argentina dal 15 al 18 novembre (coprodotto da Teatro di Roma e Romaeuropa festival 2012), e una mostra, “Vertical thinking” a cura di Giulia Ferracci, dal 17 novembre al Maxxi. Due appuntamenti che per la prima volta vengono presentati insieme nella stessa città, due progetti legati da un unico filo conduttore: il tempo. «L’idea – racconta l’artista – è nata dalle conversazioni e dalle riflessioni con lo storico della scienza Peter Galison sul concetto di tempo. Ma io non sono uno scienziato, quindi ho cercato di trovare trasposizioni artistiche tra le teorie scientifiche e l’esistenza di metafore riguardanti l’esistenza umana che sono universali». Il trascorrere del tempo, lo sforzo umano di dominarlo fuggendo dal proprio destino, l’esistenza di buchi neri, quelli dell’universo che corrispondono anche a quelli dell’anima, capaci di ingoiare tutto grazie alla loro potente forza di gravità. Il viaggio di Kentridge è un excursus intenso che inizia dal mito di Perseo e si sviluppa nell’esplorazione del concetto di tempo declinata attraverso i linguaggi dell’arte, della musica e della danza. Le note di Philip Miller e i movimenti della danzatrice e coreografa Dada Masilo scandiscono riflessioni suggestive, senza l’ardire di voler fornire risposte. In contemporanea, dal 17 novembre al 3 marzo 2013, il Maxxi ospita “Vertical thinking”: l’esposizione ruota intorno all’installazione “The refusal of time”, realizzata per Documenta 13 di Kassel. Forte, avvolgente, suggestiva, l’opera è un’esplosione di suoni, immagini, ombre cinesi con al centro una macchina pulsante di leonardesca memoria. Un lavoro che richiama le atmosfere del XIX secolo, quando l’industrializzazione ha fatto nascere la necessità di sincronizzare il proprio tempo con quello di milioni di individui: standardizzare un concetto che non può essere ingabbiato. Il tempo scorre, con movimenti alterni e ritmi incessanti, ma non è possibile dominarne le dinamiche. Tutto questo viene raccontato attraverso la commistione di teatro, disegno, animazione, musica e danza che avvolge lo spettatore in uno scenario epico e fiabesco. In mostra anche 14 serigrafie inedite e i bozzetti preparatori, una “maquette” della messa in scena di “Refuse the hour”, oltre a sei opere della collezione permanente del museo capitolino.

 

William Kentridge

“Vertical thinking”

dal 17 novembre al 3 marzo 2013

Maxxi, via guido Reni 4a, Roma

Info: www.fondazionemaxxi.it