La strada di Borondo

Roma

«A gennaio durante una mostra alla 999 entra un ragazzo con un rotolo di due metri e mezzo in mano e si mette a guardare i lavori appesi alle pareti. Lo guardo, quel rotolo era ingombrante, infastidiva gli altri ospiti, la 999 è un piccolo spazio. “Che cos’é?” gli chiedo e lui mi risponde che è una cosa che andrà ad attaccare per strada quando farà buio. Ho detto “Ok, srotola, fammi vedere” sono dovuti uscire tutti per permettergli di srotolare quella carta. La gente era sulla porta. Il ragazzo dispiega tutto quell’enorme rotolo a terra. Prima c’è stato un attimo di silenzio e poi quel verso di ammirazione spontanea che facciamo tutti, un “Oooh” corale si è propagato nella sala. Ho guardato quello che c’era su quella carta, ho guardato il ragazzo negli occhi e gli ho chiesto: “L’hai fatto tu?” e lui ha sorriso e mi detto “Sì”. Mi ha detto solo “Sì”. Il ragazzo aveva 21 anni, parlava con accento spagnolo, si chiamava Borondo e raccontava che faceva questi lavori in strada da parecchio tempo e io continuavo a fissare la carta e avevo la nettissima sensazione di trovarmi davanti a un grande artista. C’è voluto quasi un anno di lavoro ma finalmente eccoci qua, é la sua mostra che inauguriamo sabato nella disperata incertezza che la nostra stupida galleria sia troppo piccola per un artista così grande». Queste le parole di Stefano S. Antonelli, direttore della galleria 999Contemporary.

Quando gli addetti ai lavori sono davvero entusiasti degli artisti che decidono di esporre, metà del lavoro è fatto. “Isterofimìa”, personale di Borondo, ha inaugurato sabato 27 ottobre alla 999Contemporary a Roma, il project space che ha deciso di accogliere, e non senza problemi di genere, le pratiche di arte visiva urbana contemporanea. Non vale in questi casi dare seguito alla disputa intellettuale sui contesti: strada e galleria sono semplicemente scenari e al visitatore è richiesto di andare oltre, di verificare la qualità del prodotto presentato. Ciò che risulta importante non è infatti il supporto che l’artista sceglie di modificare per comunicare attraverso l’opera, quanto piuttosto cosa decide di comunicare. La sua ricerca nasce nella strada, ma Borondo decide di realizzare un progetto espositivo che si adatti al piccolo spazio della 999Contemporary senza che questo perda di senso. Un lavoro profondo e introspettivo, che porta Simone Pallotta, curatore della mostra, a sbilanciarsi con una definizione ardita, ma non scritta con leggerezza: “Borondo graffia e non è un eufemismo, in qualche modo Borondo mi fa venire in mente Basquiat, non il lavoro di Basquiat, ma lui, l’artista”. L’ormai ventiduenne spagnolo verrà premiato da Lorenzo Marsili e Valeria Cicala. Gli verrà conferito l’Ltr art award, premio annuale istituito come riconoscimento all’artista urbano che si è distinto per unicità, qualità e rispetto della città.

 

Fino al 24 novembre

999Contemporary

Via Alessandro Volta 48, Roma

Info: www.999gallery.com