Pregoni, fantastico spettacolo

Angelo Orazio Pregoni torna a far parlare di sé. Il 28 giugno, presso lo spazio Bossi Clerici di Milano, il poliedrico “naso” italiano ha deciso di rilanciare per sbancare tutto e tutti con un’esecuzione d’arte che ha lasciato i presenti letteralmente senza fiato. Il caldo torrido e la lunga attesa degli invitati (rigorosamente cinquanta) nella hall del palazzo in stile palladiano, hanno certamente favorito l’accrescere della tensione dato il misterioso tono dell’evento, anche in ragione della consapevolezza che qualsiasi cosa sarebbe potuta accadere. La performance è iniziata alla stregua di quella del mese scorso ad Amsterdam, quando Pregoni ha da subito cercato un contatto diretto con pochi ospiti privilegiati che questa volta non si sono dovuti privare dei loro effetti personali, tranne una bella signora alla quale è stata tagliata una ciocca di capelli rossi.

Mise en abyme (Peccato Fantastico) è la quadratura del cerchio che arriva a sorpresa, senza il minimo rumore che ne annunci l’avvicinamento. Sottoponendo agli occhi e al naso del pubblico quattro nudità umane molto reali e poco artefatte, persino cariche di difetti ed eccessi fisici, Pregoni ha reso ancora una volta l’idea totale dell’arte interattiva: ha invitato gli spettatori a una visione e percezione olfattiva assolutamente privata. Come una danza tribale i quattro modelli hanno effettuato un giro completo in senso antiorario attorno allo spettatore, offrendogli non solo la loro completa nudità, ma anche il mescolarsi delle fragranze con cui precedentemente Pregoni aveva abbondantemente profumato i loro corpi.

Tutto intorno una megalitica installazione allegorica, concepita con la stessa ironia e il lucido distacco della stessa performance, in cui, finalmente, tutto è tornato: la mela verde desiderata e ignorata, quattro corpi avvolti in un misterioso odore di viola triste e gelsomino risorto, la scimmia e la pipa che in realtà non è una pipa. Il criptico testo che Pregoni aveva presentato a marzo presso la profumeria Campo Marzio 70 si svela finalmente, si concretizza in immagini surrealiste e surreali, alle quali non si può che cedere per credere. A chiusura del percorso, la mostra del maestro Luigi Gattinara, fotografo neo-caravaggesco le cui immagini ben si accordano all’atmosfera enigmatica e simbolica dell’intera esecuzione che ha scattato Polaroid-souvenir degli spettatori liberi di tirare finalmente un sospiro di sollievo. L’arrivederci è a settembre, per la terza e ultima esecuzione per ora assolutamente top secret che concluderà questo ciclo di performance.

info: www.nouseart.com